Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Non abbiamo niente da dire avrebbe la vittoria del sistema inglese: e li avrebbe nella stessa Russia dispotica, la quale si vedrebbe sorger contro, creata dalle sue stesse mani, la nuova democrazia germanica. Quale fra i problemi della' nostra vita nazionale non sarà condizionato dai risultati di questa lotta? Prendiamo, per es., la questione doganale. Una Inghilterra vittoriosa imporrà certamente il libero scambio alla Germania, e ne conseguirà un trionfo della libertà commerciale in tutta Europa. Una Germania vittoriosa imporrà con la forza ai vinti e ai neutrali un sistema di trattati doganali, in cui la preoccupazione della potenza economica tedesca farà tacere ogni altro interesse, ogni altra voce. A che parlare, du.nque, in questi giorni di una questione doganale italiana, di un protezionismo italiano, di siderurgici e zuccherieri italiani, di agricoltori e consumatori italiani? Queste discussioni avevano importanza e interesse nel vecchio equilibrio mondiale; non hanno piu significato in questi giorni di transizione, in cui ci sono ancora ignoti i fattori del futuro equilibrio. Finché la guerra non sia finita, è vano occuparsi d'altro che della guerra. E non a torto il pubblico si rifiuta di badare ad altro, ed obbliga i giornali a non parlare di altro. Ma per un piccolo foglio di coltura qual è il nostro, il quale non può riempirsi di brutte notizie immediate e di commenti piu o meno cervellotici, che il vento di un'ora porta via, per noi il parlare di quello, di cui tutti parlano, è impossibile. Le cause profonde e lontane della attuale crisi, noi 1~abbiamo già affermate, spiegate, illustrate in mille modi: per tre anni abbiamo detto sempre le stesse c~se, finché il dirle poteva preparare lo spirito dei nostri lettori a comprendere la imminente crisi : oggi le cose parlano cosI chiaro che ogni nostro commento sarebbe superfluo. Su questo soggetto non abbiamo assolutamente piu nulla da dire. Dovremmo ripetere in ogni numero, con maniaca monotonia, i nostri desideri, le nostre preferenze, i nostri auguri? - Sarebbe un passatempo troppo scioccoper meritare di essere continuato fino alla fine di una lotta che potrebbe durare anche degli anni. Oppure dovremmo settimana per settimana tirar l'oroscopo, far i riassunti delle situazioni, contare i morti e i feriti, dare i bollettini delle nostre speranze e delle nostre disperazioni? - Quest'almanaccare da sfaccendati sui margini di un cosI mostruoso torrente di sangue, questo contare i colpi dati e ricevuti quasi che. fossimo a uno spettacolo di boxe o di tennis, ci sembrerebbe un ignobile esercizio di immoralità. Motivo per cui, amici lettori, siamo venuti, dopo lungo esitare, nella opinione che questo non è tempo di scrivere, ma di tacere. E sospendiamo la pubblicazione del giornale. Noi sentiamo il bisogno, sentiamo il dovere di raccoglierci nel silenzio per poter seguire i fatti con la calma di chi non è obbligato a spifferare setti367 Biblioteca Gino Bianco

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