Offerte insidiose non muoiono per la violenza altrui; muoiono per indegnità morale propria. E l'imperialismo tedesco, offrendoci un cosi lauto bottino, se ci rendiamo suoi schiavi volontari, ci propone né piu né meno che il nostro suicidio morale. Per quanto riguarda l'Adriatico, il conte Andrassy ci aiuta a sventolare il bandierone dell'autonomia albanese. Ma sarebbe bene che la diplomazia austriaca la smettesse una buona volta con questa canzonatura, a cui non può credere - che è quanto dire - neanche l'on. Di San Giuliano con l'annesso De Martino. Il giorno, in cui l'Austria fosse padrona, dietro l'Albania, della Serbia e della Macedonia fino a Salonicco, l'autonomia albanese sarebbe mandata immediatamente in soffitta. Essa serve oggi per addormentare la nostra ben nota imprevidenza, finché il primo numero del programma austriaco (assor• bimento della Serbia e della Macedonia) non sia esaurito: fatto questo primo passo, il secondo non si lascerebbe aspettare. Ci sarebbero, si dirà, gl'impegni con l'Italia per il famoso noli me tangere albanese. Ma i trattati - ce lo hanno detto e ridetto non si sa quante volte i tedeschi - sono cartaccia da buttare nel cestino, quando l'altro contraente non abbia la forza per farli rispettare. E all'Italia mancherebbe appunto ogni possibilità di difesa e di offesa, il giorno che il blocco austro-germanico fosse riescito a demolire, con l'aiuto dell'Italia, il contrappeso che gli fanno l'Inghilterra e la Francia. L'Italia - bisogna ripeterlo fino alla sazietà - ha tutto da temere da nuove espansioni austriache nella penisola balcanica; e viceversa ha qualcosa da sperare dalla formazione di una grande Serbia a mezzocH dell'Austria. Se avvenisse, per effetto di questa guerra, sia l'acquisto immediato di Saloniccò e di Valona, sia un nuovo irrevocabile passo su questa strada in modo da potersene prevedere un sicuro arrivo dell'Austria all'Egeo e al basso Adriatico a scadenza piu o meno immediata, non ci sarebbero piu sull'Adriatico, accanto agli impotenti staterelli balcanici attuali, due potenze, una delle quali - l'Italia - può sempre oggi, sia pure a costo di gravi sacrifizi, conservare in fatto di armamenti navali la prevalenza sull'altra - l'Austria - o almeno impedirle di acquistare una prevalenza troppo pronunciata. Nel1' Adriatico si troverebbero di fronte due sole potenze: l'una - l'Austria - enormemente rafforzata col possesso di una posizione militare formidabile come quella di Valona, fortificata dalla incorporazione di nuove popolazioni eminentemente bellicose, e monopolizzatrice di tutta la vita economica della p~ni_solabalcanica occidentale mediante un unico sistema doganale e ferro• v1ano che. andrebbe da Salonicco nel cuore dell'Europa centrale: l'altra - l'Italia - indebolita di quanto sarebbe cresciuta la forza dell'Austria, e costretta a un perenne vassallaggio. Col sorgere della grande Serbia, invece, si incontrerebbero nell'Adriatico tre potenze autonome: l'Italia ad ovest, l'Austria a nord-est, il nuovo stato a s~d-est. Il nuovo stato potrebbe allearsi, secondo il fluttuare dei suoi interessi, o con l'Austria o con l'Italia: farebbe in determinati periodi una poli• 365 25. BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==