Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " . e altri .scritti dal 1900 al 1915 Convinti, come siamo che il supremo pericolo per l'Italia, accresciuto dalle vittorie di questi giorni e dall'esempio meraviglioso di preparazione, di disciplina e di slancio che dà l'esercito tedesco, sia costituito dalle tendenze imperialiste ed esclusiviste dello Stato, della nazione e della civiltà germanica, convinti che la forza d'espansione dei tedeschi e la loro preponderante potenza militare costituiscano una minaccia gravissima per l'esistenza autonoma delle nazioni minori, giudichiamo tuttavia ridicolo, da parte dei giornali italiani, ripetendo le accuse dei francesi e dei belgi, parlare di invasioni barbariche, di Unni e di Goti. Come riteniamo disastroso per l'Italia la diffusione d'uno stato d'animo quietista, che attenda chi sa quali benefici dal mantenimento passivo òella _ neutralità, crediamo anche piu pernicioso il preparare gli animi alla grande incognita d'una guerra con affermazioni leggere sulle pretese debolezze del presunto nemico e sulla facilità dell'impresa. Soltanto guardando in faccia il pericolo e apprezzando le qualità e la forza dei possibili avversari si può prepararsi ad affrontare la sorte con animo virile e ad evitare delusioni disastrose. Offerte insidiose 1 Il conte Giulio Andrassy - uno dei piu autorevoli rappresentanti di quella oligarchia magiara, a cui si devono attribuire in prima linea le responsabilità della guerra contro la Serbia e della conseguente crisi mondiale - ha pubblicato nella N eue Freie Presse un articolo, che non a torto il Secolo reputa scritto d'accordo coi circoli ufficiali di Vienna. L' Andrassy offre all'Italia " tutta l'Africa settentrionale, Nizza, Savoia e la Corsica," purché aiuti l'Austria e la Germania ad abbattere la Triplice Intesa. Le conquistç, che farebbe l'Austria nella penisola balcanica, non produrrebbero nessuno spostamento d'equilibrio nell'Adriatico, dal momento che l'Austria lascerebbe stare l'Albania. Cos1 l'Italia si troverebbe tranquilla nel1A' driatico e padrona del Mediterraneo. Il conte Andrassy non è il primo uomo politico dell'Austria e della Ger• mania, che faccia all'Italia questo genere di offerte. Nell'autunno del 1911, 1 Pubblicato in "L'Unità," a. III, n° 35, 28 agosto 1914, pp. 574-575. [N.d.C.] 362 BibliotecaGino Bianco

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