Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia " e . altri sc,:itti dal 1900 al 1915 noscere di non potere affermare che questa garenzia sia stata introdotta né nel trattato del 1882, né in quello del 1887. 3 Intorno alla "dichiarazione" del 1887 Qual è la portata della "dichiarazione" austriaca del 1887? Il Helmolt tende a toglierle ogni valore: perciò, come vorrebbe farla risalire al testo primitivo del 1882, sfavorevole all'Italia e non a quello del 1887, migliorato nei rispetti dell'Italia, cosi afferma che questa dichiarazione non era ancora accompagnata da nessun accordo per compensi territoriali nel caso di nuove espansioni balcaniche dell'Austria, ed esclude in modo speciale che si sia parlato del Trentino come di materia per eventuali compensi. E strettamente parlando, deve avere ragione. Ma la "dichiarazione" del1'Austria di non volere mutare lo statu quo, dichiarazione di cui l'Italia prendeva atto in un trattato, conteneva implicitamente una necessità di trattative preventive e una possibilità di compensi nel caso che l'Austria cambiasse idea. Insomma il trattato del 1887, conteneva non dei miglioramenti veri e propri, ma - come diceva di Rudini il 1 luglio 18%- "la possibilità di miglioramenti"; non la stipulazione di compensi precisi (il Trentino), nel caso di rottura dello statu quo balcanico, come affermava l'on. Barzilai nel dicembre 1908, e come smentiva formalmente l'on. Tittoni (4 dicembre 1908), ma impegnava l'Austria a trattare con l'Italia per il caso che la "intenzione" di non mutare lo statu quo balcanico venisse a sfumare. Se non si riconosce questo significato alla "dichiarazione" balcanica del1'Austria, non si comprende come mai nel novembre del 1912 Kiderlen Wachter avrebbe parlato col conte di Aehrenthal della necessità di accordarsi con l'Italia per assumere una posizione positiva nella questione balcanica, cioè in lingua povera per dividersi la focaccia a base di compensi. Ìl fatto può far dispiacere al Helmolt, che perciò attribuisce l'uscita di Kiderlen Wachter a "un momento di debolezza" (pagina 344). Ma è innegabile che Kiderlen Wachter non avrebbe potuto avere quel "momento di debolezza,'' se il trattato austro-italiano non gliene avesse creata l'opportunità, anzi la 3 Questa garanzia fa parte del trattato italo-tedesco, ma non sembra abbia fatto mai parte del trattato italo-austriaco, perché l'imperatore d'Austria, secondo il concordato col Vaticano del 1851, è tenuto per giuramento a non consentire nessuna diminuzione dei diritti della Chiesa cattolica. Piu che in un articolo del trattato o in altro documento firmato dall'imperatore d'Austria, l'unità d'Italia era riconosciuta implicitamente per il fatto stesso del trattato, in quanto l'Austria, essendo alleata, non poteva essere ... nemica e attentare all'integrità territoriale dello stato alleato. Il significato implicito, poi, è probabile, anzi è certo, che dev'essere stato spiegato in qualche dichiarazione espressa " del Governo austriaco, cioè di qualche ministro o ambasciatore, il quale pur impegnando il Governo, non comprometteva la responsabilità personale religiosa dell'imperatore. La esistenza di questa dichiarazione " espressa" fu affermata dall'on. Tittoni alla Camera italiana nella tornata del 15 maggio 1907; e probabilmente non è anteriore al rinnovamento del 1902. 354 Biblioteca Gino Bianco

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