Fra la grande Serbia ed una piu grande Austria di giu, questi compensi non ci compenserebbero un corno della maggiore pressione, che un'Austria cosi ingrandita eserciterebbe da ora in poi su di noi, riducendoci a stato vassallo: specialmente quando si consideri che la vittoria dell'Austria contro gli slavi d_elsud dovrebb'essere accompagnata da un completo trionfo della Germania sulla Francia, e che venuto meno questo contrappeso, l'Italia non avrebbe piu nessuna libertà di scelta nella sua politica estera: vedremmo ricostituito il Sacro Romano Impero della Nazione germamca. E se per compensi s'intendono il Trentino, e una maggiore influenza in Albania - a parte la circostanza che un'Austria vincitrice né sarebbe probabilmente disposta a regalarci il Trentino, né avrebbe alcuna necessità di mantenere in seguito i suoi impegni per l'Albania con uno stato vassallo come sarebbe il nostro, - sta il fatto che un opportuno intervento potrebbe produrre in questo campo assai piu e assai meglio nella eventualità di una. sconfitta austro-tedesca che in quella di una vittoria. Ma la formazione della grande Serbia rappresenterebbe per noi un danno, come i clerico-nazionalisti vogliono farci credere?. Noi lo escludiamo fermissimamente. Noi non abbiamo nulla da perdere, anzi abbiamo tutto da guadagnare, se le coste orientali dell'Adriatico saranno divise fra due stati, anzi che possedute da uno stato solo. Finché nell'Adriatico saremo in due - Austria e Italia - noi saremo sempre i piu deboli per mare; e saremo ancora piu deboli, che non siamo ora, per terra, se l'Austria riescirà ad inghiottire gli stati jugo-slavi. Quando sulla sponda orientale dell'Adriatico si affacceranno insieme Austria-Ungheria e Serbia, noi potremo sempre manovrare la nostra politica in modo da allearci con l'una contro l'altra; e anche nella ipotesi piu disperata di una coalizione austro-serba contro di noi, questa eventualità non farebbe se non presentare per noi in via transitoria e riparabile quel danno che l'assorbimento della Serbia nel sistema austro-ungarico presenterebbe in via permanente e definitiva. Il pericolo che la grande Serbia sia un'avanguardia della egemonia russa nell'Adriatico è una fisima da giornalisti che ignorano storia e geografia. Gli slavi del sud sono divisi total~ente dalla Russia, grazie a una insuperabile barriera di popolazioni tedesche, magiare e rumene, che va dalle Alpi orientali al mar Nero; e non si vede in che modo la Russia potrebbe distruggere questa barriera di popoli per arrivare, nientemeno, all'Adriatico. Che se la egemonia russa nell'Adriatico si suppone che si eserciterebbe non per azione diretta, ma grazie a un permanente vassallaggio della Serbia verso le direttive de1la politica russa, anche questa è vana paura: la Serbia, come la Rumenia, come la Bulgaria, come la Grecia, ha fatto nel passato, e continuerà a fare per l'avvenire la politica dei suoi interessi e non la politica della Russia. Ciò che ha spinto spesso questi paesi a gravitare nell'orbita russa, è stata la necessità in cui essi si sono trovati di utilizzare l'aiuto della Russia nelle loro lotte nazionali contro la Turchia e contro l'Austria. Il mezzo migliore per emancipa-re i , 347 ib oteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==