"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 Conforme a questo indirizzo, i nuovi fatti d'Albania ci richiamano a stringere piu dappresso alcune nostre ipotesi. I fatti son palesi. Di fronte ad un paese in preda alla piu profonda divisione, piu provocata da mene straniere (austriache ed italiane prima· di tutto, e poi anche in larga misura serbe e finalmente giovani turche) che non da impulsi veramente indigeni, con un capo destituito quasi affatto d'autorità e circondato da consiglieri in contrasto fra loro, senza organizzazione di governo, senza forza militare, alcune singolari circostanze balzan subito agli occhi. Da una parte, la difesa di Durazzo per costatazione unanime va assumendo sempre· piu fisionomia austriaca; dall'altra, in Serbia ed in Montenegro, si delinea un forte movimento per l'unione personale ·dei due stati. È . noto a questo proposito che proprio lo scorso inverno in seguito ad un consiglio di famiglia tenutosi in riviera coll'assistenza della regina Elena, il principe Danilo, privo di figli, ve~va escluso dalla successione montenegrina, che passava cos1 al secondogenito Mirko gravemente affetto da malattia nervosa. Non è difficile supporre sia desiderio del vecchio re Nicola di veder rinunziare anche Mirko ai propri diritti, come (spontaneamente o costretto) aveva fatto per simili cause il principe ereditario serbo nel marzo 19()().Ebbene, in tal caso la successione montenegrina troverebbe la sua piu diretta prosecuzione nella linea della morta figlia di re Nicola, che fu moglie a re Pietro di Serbia. Il secondogenito di questo, l'attuale reggente Alessandro, verrebbe per siffatto complicato giuoco di rinunzie a riunir prima o poi nelle proprie mani ambedue le corone, che parvero un pericolo all'unità futura del popolo serbo: quella del padre e quella dell'avo materno. Fra questa unione, - che sull'Unità prevedevamo fin dall'anno scorso come unica soluzione naturale al gravissimo dissesto organico del Montenegro - e le manovre della diplomazia e dell'armi austriache nella alta e media Albania corre uno stretto rapporto d'interferenza: agiscono e reagiscono l'una sull'altra. Potrà la diplomazia ritardare od allontanare per ora lo sviluppo di queste due contrarie tendenze, potrà momentaneamente impedire che vengano in conflitto. Ma badiamo bene: nelle condizioni presenti, si tratta nient'altro che di due convogli lanciati a tutta velocità in senso inverso sopra il medesimo binario. E noi siamo a due dita da esso nel punto dove tendono matematicamente ad incontrarsi! Il pretesto sarà piu o meno facile ad escogitare, ma al momento opportuno non mancherà: o sarà l'Austria che lancerà, in forma di lotta doganale o che so io, il suo veto all'unione, di cui è tacile prevedere lo scopo ultimo; o sarà la Serbia che la precederà moti vando un suo sconfinamento in Albania col bisogno di render piu rigida la polizia sulle nuove innaturali sue frontiere nella vaJle del Drin. Certo, che né la Serbia vorrà lasciar che l'Austria si consolidi in Albania, sotto forma di oécupazione piu o meno provvisoria e piu o meno larvata, un poderoso campo trincerato sul suo fianco adriatico; né davvero l'Austria vorrà dare ai due stati serbi il tempo necessario per cogliere 342 BibliotecaG.inoBianco
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