Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati in Li.bia" e a/,tri scritti dal 1900 aJ, 1915 E l'estero sembra non avere altro intento che quello di impedire ogni seria organizzazione del paese. L'Europa - dice giustamente il Vaina - ha creato a Londra un'Albania autonoma, strappandola come un osso di bocca ai balcanici, e poi l'ha disarmata dichiarandola neutrale di fronte ai suoi nemici esterni ed interiori tuttavia in armi. Il primo mal passo è stato compiuto inviando un principe tedesco, senza mezzi, senza esercito, a governare un popolo in formazione, stanco, irritato dalla guerra e dall'opera devastatrice di bande rivoluzionarie, oppresso dalla miseria e dalla fame. . Il nostro Governo ha, come abbiamo piu volte spiegato, nella crisi, che _ attraversa oggi quel povero paese, la massima responsabilità. L' on. Di San Giuliano avrebbe dovuto alla Conferenza di Londra associare indissolubilmente la tesi dell'autonomia albanese con la nomina immediata di competenti commissioni straniere (per l'esercito, le finanze, ecc.) per la soluzione dei problemi piu urgenti, e con la organizzazione immediata di una sùfficiente forza militare. Questa fu la tattica di Venizelos per salvare la Grecia dall'anarchia e dal fallimento, dieci anni or sono. Invece, l'on. Di San Giuliano ha aiutato l'Austria a metter su una Commissione di controllo, che non sa essa stessa che cosa controllare, perché nell'anarchia non c'è nulla da controllare. E, rimasti soli di fronte all'Austria in un implicito protettorato sul nuovo stato, ci troviamo trascinati ad una lotta assurda, miserevole, con la nostra alleata, arruffando sempre piu una situazione, che non avrebbe bisogno davvero d'essere arruffata! Giorni sono un autorevole giornalista scrisse che per risolvere il problema albanese è indispensabile che l'Austria e l'Italia non si contentino piu del patto generico che le impegna a nulla fare in Albania, ma s'intendano lealmente e nettamente su quello che ciascuna debba fare. Ma di grazia di quale lealtà s'intende qui parlare? Perché il suddetto giornalista non spiega lui nettamente che cosa ciascuna dovrebbe fare? Intende forse che Italia ed Austria si dividano l'Albania con un pactum sceleris, contro cui chiunque abbia senso d'onore e chiara visione degl'interessi nostri nazionali deve opporsi con tutte le sue forze? Sarebbe necessario che il quid agendum albanese fosse una buona volta discusso coraggiosamente in Italia. La nostra idea l'abbiamo piu volte spiegata: Italia e Austria devono tenere le mani a posto; nessun condominio; nessuna divisione in sfere d'influenza; organizzazione di un governo e di una gendarmeria internazionale; massima buona fede e massima buona volontà da parte nostra nel sostenere ogni tentativo di seria organizzazione statale; in questa organizzazione, cominciare proprio dalle basi: la scuola elementare in tutti i villaggi, prima dei ginnasi; la strada carrozzabile fra le dieci o dodici cittadine prima della ferrovia; una giustizia rigorosamente imparziale, prima del parlamento e della " 340 BibliotecaGino Bianco

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