Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Per la nuova Albania probabilmente i nostri giornaloni albanofili, uso Stampa e Giornale d'Italia, non parleranno. È che le parole del Toci saprebber di forte agrume per certi protettori e penetratori all'8 per cento, essendo esse fra le pochissime in cui non si senta il sapore di marenghi austriaci, né l'odore di lirette italiane, fra le molte che ora si versano laggiu. Chi crede nella possibilità di un'Albania, che faccia sul serio da sé, pensa con ammirazione all'opera di quell'umile albanese di Calabria, che dopo aver pagato di persona ne~l'insurrezione del 1911, si è dato da quasi un anno a educare pazientemente l'antica patria allo studio dei suoi proqlemi piu urgenti col primo quotidiano albanese. Ed il suo Taraboshi in doppia colonna, italiana e albanese, è riuscito a Scutari una significativa affermazione spirituale italiana. Ma il Toci ha avuto il torto di predicar la calma, mentre altri volevano torbidi ai confini; di raccomandare unione, · concordia e lavoro; di dire che far dd nazionalismo (anche in Albania!) è lo stesso che invitare slavi e greci a seppellire questo resto d'Albania, a far piombare su di noi un'armata austro-italiana; ha avuto il torto di protestare contro la deplorevole convenzione bancaria stipulata da Ismail Kemal bej negli ultimi momenti della sua popolarità "con gli strozzini di Milano e di Vienna," ha avuto il torto di opporsi intransigentemente cosI alla protezione straniera dei cattolici, come a quella dei musulmani e degli ortodossi; ha avuto torto infine di suggerir umilmente alla pelosa carità dei penetratori - che vorrebbe monopolizzare istruzione, carità, tutto - di risparmiare per i propri sudditi certe spese enormi per istituzioni, che possiamo fare da noi stessi con modestissime somme limitandosi a prestarci un po' di danaro ad un equo interesse e non per mezzo di mostri bancari. E per questo il giornaletto, che educava gli albanesi alla vita amministrativa ed ai primi problemi tecnici, testé veniva soppresso dai poteri militari di Scutari, strumenti dell'albanofilia austro-italiana: di quell'albanofilia Cirmeni, che ci ricorda cosI singolarmente l'amor del lupo per la pecora. È il terzo o quarto giornale scutarino soppresso, senza che dai nostri organi democratici sia partita una voce di protesta. Oggi il Toci nell'opuscolo, di cui parliamo, spezza simpaticamente una lancia, nel modo che solo gli rimane, per un'organizzazione efficace, economica e realmente autonoma del nuovo stato. Si rivolge per questO' al re d'Albania che (deficiente o meno) può solo diventare in un popolo primitivo e in ogni senso diviso, il mito sociale accen, tratore; e lo consiglia a riordinare i servizii col sussidio di organizzatori civili olandesi, eliminando cosI la baldoria analfabeta indigena, e i pericolosi intrighi dei multiformi agenti italo-austriaci, e lo sgoverno ostruzionistico di una 337 BibliotecaGino Bianco

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