Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La Banca Commerciale 1 La pace di Ouchy ebbe come principale deus ex machina un fiduciario della Banca Commerciale: il comm. Volpi; e con una disinvoltura nuova nella storia anche dell'Italia, segretario della delegazione italiana nella trattativa della pace fu nominato, in persona, il figlio del direttore della Banca Commerciale. Poco dopo si rinnova in fretta la Triplice Alleanza; si accetta a. Kiel dalle mani della Germania la castagna di Adalia; ci si mette a servizio dell'Austria contro la Serbia; si assicura gratis all'Austria una zona di influenza accanto a quella dell'Italia in Asia Minore. ·E - guarda combinazione! - anche le trattative con Adalia sono affidate ad un uomo della Banca Commerciale: " di quella Banca," scrive giustamente la Vita italiana all'estero, "che ha le braccia in Italia e la testa a Berlino," e (aggiungiamo noi) i capitali a Parigi. Perché nulla è piu internazionale del nazionalismo bancario. Questa delle concessioni di Asia Minore è una questione, che i deputati di opposizione democratica ... sul serio dovrebbero affrontare al piu presto: I) perché il paese ha il diritto di conoscere bene la estensione, non solo attuale, ma anche potenziale, delle iniziative dell'on. Di San Giuliano visto e considerato che le spese di queste iniziative le pagherà il paese, e non l'on. Di San Giuliano; 2) perché è necessario vedere ben chiaro sui rapporti fra il Governo italiano e quel " Sindaco di capitalisti italiani" (?) a cui sarebbe~o affidate le concessioni. A questo proposito, non sarà inopportuno riferire alcune osservazioni de La vita italiana all'estero. Si parla di queste concessioni che l'Italia ha chieste in Asia Minore come di compensi per le spese sostenute per la conservazione, l'amministrazione e il miglioramento delle Isole del Dodecanneso. Ora tutte le nazioni hanno ottenuto concessioni industriali commerciali in Turchia, appoggiando le domande di società o ditte con aiuti morali e politici e anche con aiuti economici dati sottoforma di prestiti; ma non è successo mai che uno stato europeo abbia comprato - spendendo cioè a fondo perduto sul bilancio pubblico - delle concessioni a favore delle società private. Favorire le proprie ditte finanziarie, commerciali e industriali è doverosa politica di ogni buon governo, ma il favore non deve giungere al punto di pagare sul pubblico erario le concessioni i cui oneri saranno superati dai benefic~ che le ditte sapranno trarre. Ora nel caso in ispecie, converte l'Italia il suo credito contro la Turchia in un prestito, in considerazione del quale la Porta accorderà le chieste concessioni? E se invece, come parrebbe, intende totalmente rinunziare al credito, è inteso che saranno le società concessionarie a rifare l'Erario italiano dei milioni rinunziati? Perché, se cosi non fosse, la questione si imposterebbe su basi assa~ enigmatiche e strane. 1 Pubblicato in "L'Unità," a. III, n° 23, 5 giugno 1914, pp. 524-525. [N.d.C.] 335 BibliotecaGino Bianco

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