Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La questione albanese ogni omogeneità territoriale e religiosa, e la massa della popolazione vive in uno stato d'animo da alto medio evo, e una aristocrazia feudale corrotta e perversa costituisce la classe dominante e dirigente dei nuclei locali? Il problema è estremamente difficile a risolvere in sé, ed è complicato da influenze esterne, che tendono appunto ad approfittare della m·ancata soluzione: Austria e Montenegro e Serbia e Grecia girano intorno a quest'osso per divorarlo, e intrigano per rendere impossibile ogni opera di governo regolare, secondari dalla indisciplina e dalla venalità della aristocrazia fondiaria. E le diplomazie degli altri stati, scettiche sulla possibilità di risolvere il problema (Francia e Inghilterra), o desiderose che resti insoluto nell'interesse dell'Austria (Germania) o della Serbia (Russia), non credono di dover fare nessuno sforzo sincero e sistematico per assicurare la vita della nuova nazione. L'Italia è il solo paese d'Europa, che abbia interesse a volere seriamente l'autonomia dell'Albania. Ma per ottenere quest'intento l'on. Di San Giuliano - dato che sia uomo capace di proporsi questo, come qualsiasi altro intento - ha scelto la via peggiore. Invece di secondare energicamente e sollecitamente il desiderio legittimo della Serbia ad ottenere una libera via commerciale Yerso l'Adriatico, promovendo la organizzazione immediata di uqa polizia internazionale per la difesa di questa strada, si è messo al servizio dell'Austria nello sforzo di soffocare la Serbia, ha cosi contribuito ad esasperare la irritazione dei serbi, li ha sospinti a intensificare i loro intrighi al nord-est del1'Albania, e nello stesso tempo ha rotta quella buona armonia fra Italia e Russia, che tanti buoni resultati ci aveva procurati in questi ultimi anni. Invece, poi, di tenersi a contatto con la diplomazia francese per ottenerne l'appoggio necessario alla organizzazione del nuovo stato contro le mene del1'Austrip, si è messo a crispineggiare, a suonare il tamburo, a inasprire sistematicamente i rapporti italo-francesi, e si è fatto cosi un nemico di un indifferente che poteva divenir favorevole al programma italiano. Come se ciò non bastasse, è andato a provocare la Grecia, inventando dalla sera alla mattina la questione del canale di Corfu. Cosi ci troviamo, ormai, soli e senza seri appoggi a dovere fronteggiare l'Austria in Albania. E quando si studia la storia della questione tunisina fra il 1878 e il 1881, e si confronta con l'a~damento attuale della questione albanese, pare di rivivere i medesimi fatti, fino nei piu minùti particolari: basta sostituire alla Tunisia l'Albania, e alla Francia l'Austria, e all'Austria la Francia, perché la illusione sia completa; e non manca neanche la consolazione di Adalia a fare parallelo alla consolazione di Assab, con la differenza che nell'affare di Assab era almeno impegnato un italiano, mentre nell'affare di Adalia l'Italia si è battuta per conto della Banca Commerciale, i cui capitali vengono da Francoforte sul Meno, dove del resto arrivano da Parigi travestiti alla tedesca... Ancora qualche mese di questa politica forsennata, la quale ci obbliga spesso a domandarci se l'on. Di San Giuliano e i suoi piu intimi collaboratori sono stipendiati dal Governo italiano o dal Governo austriaco, ancora un po' di spampanate francofobe dopo che "la politica remissiva è finita per sempre," 33.3 63,. oteca Gino Bianco

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