Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Perché siamo andati in Libia Per conseguenza era evidente la opportunità che da parte nostra il colpo fosse tentato subito, prima che i preparativi guerreschi dell'avversario fossero avanzati. Z) I giornali conservatori antigiolittiani, sapendo che il nostro Governo era impreparato alla guerra, ed avendo la sicurezza che l'on. Giolitti non vi si sarebbe su due piedi avventurato, soffiavano nel fuoco, sperando di far cadere il ministero su questo problema, nella indignazione dell'intero paese: con l'on. Giolitti sarebbe caduto il monopolio delle assicurazioni e il suffragio universale; il successore avrebbe avuto egli la gloria di un'impresa, che si reputava facilissima. L'on. Giolitti parò il colpo facendo quel che nessuno lo riteneva capace di fare. E nel discorso di Torino si burlava del tentativo di accerchiamento, a cui era sfuggito, riaffermando la necessità del monopolio delle assicurazioni e del suffragio universale. 3) Il Banco di Roma, che nel 1905 aveva avuto dall'on. Tittoni l'incarico di fare la "penetrazione economica" in Libia - e l'aveva fatta con affari sbagliatissimi rendendo odiosa l'Italia agli indigeni - aveva bisogno di assicurarsi senza ulteriori ritardi i frutti dei capitali arrischiati.7 E per eccitare il Governo a smettere ogni indugio, aveva nell'estate del 1911 conchiuso con un gruppo di banchieri tedeschi un compromesso, mediante cui si preparava a cedere loro tutti i diritti, di cui era investito in Libia. Questa notizia, che noi pubblicammo sulla Voce del 24 agosto 1911, avendola avuta da persona di grande serietà e in grado di essere bene informata (e ci fu in seguito confermata da due altre fonti sicurissime) non contrasta con le smentite pubblicate in Italia e in Germania riguardo alle mire tedesche su la Libia: anzi ne è confermata. La smentita italiana, infatti, dice: Alcuni giornali raccogliendo le voci, che ebbero anche un'eco in Parlamento, par• larono di aspirazioni che la Germania avrebbe manifestato nel 1911 ad esercitare una azione POLITICA propria nella Libia. Talli notizie sono prive di fondamento, perché l'azione della Germania prima, durante e dopo la guerra libica non avrebbe potuto essere piu leale e piu amichevole verso l'Italia (Agenzia Stefani, 16 febbraio 1914). E la smentita tedesca pubblicata su la Kolnische Zeitung del 17 febbraio 1914 dice solo che la voce secondo la quale la Germania durante 0a guerra in Libia avrebbe avuto intenzione di occupare Tobruk è completamente fantastica. La Germama non ha mai avuto intenzione di fare acquisti territori-ali in Libia. a tenebrosi intrecci di politica internazionale, il frettoloso sbarco a Tobruk, basta notare nel discorso fatto alla Camera dall'on. Giolitti, nella seduta del 4 marzo 1914, le seguenti parole: " La flotta turca era di quattro corazzate e di 7 cacciatorpediniere. A mezzogiorno, 27 ore prima della dichiarazione di guerra, la squadra turca era partita da Bei• ruth. Il console italiano telegrafò che era diretta a sud-est, cioè verso la Cirenaica. Era urgente di occupare Tripoli e Bengasi. n 7 Si vedano a questo proposito le osservazioni di Corrado Zoli sul " Secolo n del 9 marzo 1914. .331 8 bhoteca Gino Bianco

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