Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati tn Libia " e altri scritti dal 1900 al 1915 tripolino frenetico, denunciava il re, come contrario alla volontà del paese 4 ; e proprio il 17 settembre, Enrico Corradini, licenziando le bozze della prefazione del volume L'ora di Tripoli, minacciava anche egli il re, se av_essecontinuato a resistere all'ictus nazionale.5 Sarebbero state necessarie queste minacce se il re e l'on. Giolitti non avessero continuato a riluttare? Perché, dunque, l'on. Giolitti aspettò il 17 settembre a decidersi? Perché solo in questo momento senti che i giornali lo avevano servito piu che egli non desiderasse, e che l'opinione pubblica gli aveva -presola mano. L'Italia nel 1911 si annoiava. Era disgustata di ogni cosa. I partiti democratici erano discesi all'ultimo gradino del pubblico disprezzo. L'on. Giolitti era... l'on. Giolitti. L'on. Sonnino sembrava un carro abbandonato sur un binario morto. Nessun uomo alle viste, che affidasse di un miglior avvenire. - Qualunque cosa era meglio che questa stagnazione universale. Questa "qualunque cosa " i giornali quotidiani la presentavano nella " conquista della terra promessa": conquista facile, niente costosa, enormemente produttiva, necessarissima all'Italia. E allora viva la guerra! In poco tempo i giornali furono sopraffatti dall'impazienza isterica dei lettori: chi le diceva piu grosse, vendeva copie di piu; a furia di dirle l'uno piu grosse dell'altro, a mezzo settembre ogni freno alle follie spari. Ed allora bisognò che il Governo si decidesse alla guerra a un tratto: senza immediata preparazione diplomatica, senza preparazione locale (meno quella ... a rovescio, del Banco di Roma), senza immediata preparazione militare. IV A determinare la guerra immediata, contribuirono indubbiamente altre circostanze piu o meno gravi. 1) I Giovani turchi, fatti accorti dalla campagna dei giornali italiani che la guerra era o prima o poi inevitabile, cominciavano a prendere i provvedimenti necessari per armare gli indigeni della Libia e preparare la difesa.6 4 " Se non ché da qualche parte si va già accennando ad esitazioni e a titubanze che verrebbero ad intralciare quella azione positiva del Governo che sarebbe stata consigliata dalle indagini compiute presso le Cancellerie europee e che anzi le riluttanze del Presidente del Consiglio deriverebbero dal fatto di non vedersi incoraggiato in piu alte sfere. Abbiamo voluto rilevare, a titolo di cronaca, quanto si va ripetendo a questo proposito in qualche ambiente politico; ma data la gravità della cosa, esitiamo a garantirne la fondatezza, né è difficile ancora il ritenere che alla volontà generale di una nazione, che reclama le ~aranzie del suo avvenire politico ed economico, possa opporsi il veto di una persona cm si rivolgono nella speranza di una energica tutela degli animi fiduciosi del paese." 5 " Quando questo volere dell'Italia si velasse di nuovo nelle profondità dell'avvenire ... io sono d'avviso che il nazionalismo dovrebbe iniziare un'azione estremamente rivoluzionaria, anche contro cose e persone che ora non si nominano " (L'ora di Tripoli, p. XIX). 6 Ordine di servizio dell'ammiraglio Aubry del 3 ottobre 1911: " L'arrivo a Tripoli del trasporto Derna nella notte del 25 settembre decise il Governo di S. M. il Re alla occupazione militare" (" Avanti!," 16 febbraio 1914). Ecco spiegata, senza bisogno di troppe fantasticherie, la dichiarazione di guerra. E se si vuole spiegare, senza ricorrere 330 BibliotecaGino Bianco

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