Italia e Austria ministeriale, che " l'Italia ha bisogno dell'Austria, e l'Austria non ha bisogno dell'Italia." Cosi arrivano, a poco a poco, al pettine i nodi della funesta politica neo- \ crispina inaugurata dall'on. Di San Giuliano. E cos1 ci accade di leggere sul Corriere della Sera i seguenti apprezzamenti, che sembrano tolti di peso da quanto, or è un anno, è andato scrivendo e ripetendo il nostro giornale, quando la politica "alla siciliana" era appena iniziata: I metodi adottati dall'on. Di San Giuliano vanno ora rivelando, piu che nel passato, fa loro debolezza e la loro povertà. Egli ha interpretato la Triplice Alleanza in un modo che giova alle altre Potenze alleate piu che al Paese da lui rappresentato. Egli ha interpretato l'amicizia con le altre Potenze in un modo per cui esse sono divenute diffidenti e quasi inquiete verso di noi. È un doppio errore. Noi abbiamo perduto a Pietroburgo la situazione che avevamo durante la guerra libica: situazione che era stata preparata dal predecessore del!l'on. Di San Giuliano e che questi non ha saputo mantenere. Parigi, d'altra parte, continua nel suo atteggiamento torbido verso l'Italia: il Governo francese ha i suoi torti e non lievi; ma l'on. Di San Giuliano ha fatto tutto quello che poteva per eliminare i malintesi e rendere possibile una situa• zione migliore? fil suo metodo - diremo meglio: la sua pratica politica quotidiana - neppur in questo è stato felice. Perfino il Governo inglese, le cui tradizioni sono di intima cordialità con noi, è apparso in questi ultimi tempi piu tepido verso l'Italia. Questi sono i frutti della politica dell'on. Di San Giuliano, il quafte ha avuto di mira un solo intento: essere ad ogni costo e modo d'accordo con l'Austria. Ad ogni costo e modo. L'Austria di fronte a questo contegno passivo, a questa docilità remissiva dell'on. Di San Giuliano, si è creduta in diritto di non avere alcuna considerazione per. l'opinione pubblica ddl nostro Paese. Se l'on. Di San Giuliano e il duca d'Avarna hanno fatto credere a Vienna che le critiche mosse in Italia alla politica del nostro ministro degli Esteri non esprimono il pensiero e la coscienza della grande maggio· ranza degli italiani, hanno fatto credere una cosa che è molto fontana dalla verità. Nel nostro paese si apprezza come si deve la Triplice Alleanza; ma una forte corrente dell'opinione pubblica in Italia non può approvare affatto il modo in cui l'on. Di San Giuliano la interpreta: modo che finisce per nuocere alla Triplice Alleanza stessa. Il pubblico si persuade ad attribuire alla Triplice .Alleanza gli errori di atteggiamento e di metodo del nostro ministro degli Esteri. Il che è un danno. L'on. Di San Giuliano non se ne è accorto forse finora: ma dovrà accorgersene e sarà allora tardi. La nostra situazione internazionale è piu debdle di quanto oggi appare. Speriamo che il Gabinetto abbia l'energia di esaminare la situazione nel suo complesso e di provvedere. Se i fatti di Trieste devono servire a qualche cosa di pi-6 alto e di pi-6 utile, che non a dare modo a qualche giovinetto imberbe di gridare viva la guerra, e a qualche professore chiacchierone di godere le ebbrezze degli applausi studenteschi; quei fatti dovrebbero indurre i nostri uomini politici ad esaminare una buona volta nettamente e risolutamente la questione della politica estera dell'Italia, in relazione specialmente agli slavi meridionali della monarchia d' Absburgo, e ai contraccolpi che la ultima guerra balcanica non può non avere determinato nell'equilibrio delle forze internazionali. Ma il nostro bilancio degli Esteri sarà approvato, probabilmente, senza discussione in una seduta antimeridiana; e l'on. Di San Giuliano potrà con325 81bltoteca Gino a ianco
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