Italia e Austria 1 Mentre i quotidiani del trust clerico-siderurgico, fiancheggiati dal solito Cirmeni, si affannavano a gonfiare la insignificante questione della posizione giuridica dei tripolini residenti in Tunisia, dedicando colonne e colonne di sproloqui nazionalisti e girare e rigirare per tutti i versi due articoli italofobi di due mediocrissimi giornali francesi, proclamati senz'altro come rappresentanti "la Francia," ecco che da Trieste arriva la notizia di nuovi incidenti fra italiani e sloveni, e di nuove parzialità degli organi statali austriaci a danno degli italiani. lnde irae: cioè scioperi e tumulti nelle università e nelle scuole medie e negli asili infantili (tutto è buono per far vacanza), rotture di vetri e di banchi, cazzotti fra questurini e studenti, discorsi infocati, incitamenti alla guerra, l'inno di Mameli cantato a squarciagola col solito elmo di Scipio. E non è mancata neanche questa volta la nota umoristica del professore universitario, pacifista e sostenitore dell'arbitrato internazionale, che a un tratto prende fuoco e diventa guerrafondaio, e proclama che "occorre rispondere alle provocazioni che vengono dalla Francia e dall'Austria" (Giornale d'Italia, 6 maggio): è bene che di tanto in tanto si sappia da quante teste vuote sono riempite le cattedre universitarie d'Italia. Sul fuoco della pubblica indignazione tutti i giornali tedescomani e francofobi han fatto a gara a buttare acqua. Ed è stato bene: certe questioni non si risolvono con le chiassate e con le vacanze scolastiche. Solamente, non si capisce perché la medesima tattica di calma e di serenità gli stessi giornali non la seguano anche nei rapporti con la Francia. Non si capisce perché la loro guancia orientale sia cosL. padrona di sé, mentre è cosi ipersensibile e permalosa la guancia occidentale. O meglio, certe differenze si capiscono benissimo, quando si pensi che la politica estera italiana è fatta oggi nel solo ed esclusivo interesse e sotto le sole ed esclusive indicazioni della Banca commerciale: Deutschland ii.ber a/lesi Per serrare, senza che ce ne fosse alcun bisogno, i nostri nodi con la Germania e con l'Austria, ci siamo sollevate contro - come riconosce il Corriere della Sera del 10 maggio - "le difficoltà delle Potenze mediterranee," cioè della Francia e dell'Inghilterra; e - si può anche aggiungere - ci siamo alienata la Russia, e ci siamo resi odiosi a tutti gli stati balcanici, che si affacciano all'Adriatico. E dell'avversione, che abbiamo suscitata contro di noi da parte di tutti gli altri stati, approfitta il Governo austriaco per scazzottarci di santa ragione, e per farci sapere alle Delegazioni, per la voce di un deputato 1 Pubblicato in "L'Unità," a. III, n° 20, 15 maggio 1914, a firma L'UNIT~. [N.d.C.] 324 Biblioteca Gino Bianco
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