Postilla a ,~ L'impresa libica e la politica estera detl' Italia " Intorno alla facilità dell'impresa non doveva farsi nessuna illusione il Governo tedesco, meglio informato certamente del nostro. E non si faceva illusioni nessuno, che non fosse ignorante come i nostri diplomatici della scuola siciliana. Già la Commissione della "lto" nel 1909osservava che in Cirenaica "il paese è occupato da una razza marziale e bene armata, che si dimostrerebbe un ben formidabile avversario." E questo serve a spiegare - ci sembra, - la politica d.elGoverno tede$CO: il quale autorizzando il gruppo di suoi banchieri a conchiudere col Banco di Roma quel compromesso, di cui il Formentini opportunamente risuscita il ricordo, sapeva di costringere senz'altro il Governo italiano ad una impresa assai piu grave che noi nella nostra leggerezza non ci aspettassimo; e quando ci vide impegnati a fondo nel ginepraio e indeboliti militarmente dallo sforzo che non prevedevamo di fare, iniziò il triplice gioco di incoraggiare la Turchia alla resistenza, di minacciarci per mezzo dell'Austria, e di offrirci il suo aiuto per trarci di imbarazzo. Non altrettanto abili furono in quegli ultimi mesi del 1911 Inghilterra e Francia. Gli inglesi sembra abbiano avuto una di quelle "crisi di distrazione," per cui la loro diplomazia è famosa anche perché... sa ripararle in tempo; i francesi furono, al solito, sventati e guasconi. Alla fine la Germania prevalse. Verso la metà del dicembre 1911 l'atteggiamento della stampa tedesca e austriaca mutò verso di noi; nella seconda metà del gennaio 1912,Kiderlen Wachter venne a Roma (fu rinnovata allora in massima la Triplice?); immediatamente dopo la partenza di Kiderlen Wachter da Roma; il nostro Governo provocò gli incidenti del Manouba e del Chartage, che con un po' di buona volontà si potevano evitare; questi inci:- denti feçero capire al Governo francese, che l'Italia aveva ormai scelta la sua strada, e determinarono la violenta reazione di Poincaré. E poi venne la occupazione délle isole dell'Egeo - l'offa che la Germania ci offriva e ci offre tuttora per lanciarci contro Francia e Inghilterra. E chissà dove ci avrebbe condotti la guerra balcanica, se le vittorie degli stati balcanici e il conseguente indebolimento dell'Austria non fossero intervenute - contro ogni piu ragionevole aspettativa a paralizzare l'Austria, restituendo all'Italia buona parte di quella libertà d'azione a cui un anno prima avevamo dovuto rinunziare. 323 ·Biblioteca Gino ·Bianco
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