"Come siamo andati in Libia" e altri sc;ritti dal 1900 al 1915 l'Austria, per il giorno in cui gli stati dell'ovest balcanico non fossero m grado di resistere alla pressione dell'Austria. Sono gli scherzi che succedono ai popoli incolti e pasticcioni. Postilla a "L'impresa libica e la politica estera dell'Italia" 1 Delle tre ipotesi, che il Formentini fa sul piano di politica estera, da cui furono mossi i nostri uomini di governo nel deliberare l'impresa di Libia, la piu probabile sembra a noi la terza: che, cioè, il Governo si proponesse di chiudere quest'episodio della nostra politica estera prima della scadenza della Triplice, per avere le mani completamente libere nella scelta dei suoi futuri orientamenti. Che accordi con la Germania e l'Austria non abbiano preceduto la dichiarazione di guerra, risulta - ci sembra - all'evidenza, dal fatto che non la sola stampa inglese-francese si mostrò inquieta contro di noi allo scoppio delle ostilità, ma anche la stampa tedesca ed austriaca non ci risparmiò le invettive piu amare; e l'Austria ci mise un veto risoluto ed altero non appena le nostre navi spararono le prime cannonate a Prevesa; e ancora sugli ultimi del novembre 1911 il capo dello stato maggiore austriaco, generale Conrad, sosteneva la necessità di approfittare della guerra libica per aggredire l'Italia. Tutto ci obbliga a ritenere che fino ai primi del dicembre 1911 il nostro Governo cercasse di non sbilanciarsi né verso la Triplice Intesa, né verso il blocco austro-germanico; e dovettero essere settimane di angoscia, per i nostri diplomatici, stretti fra l'uscio e il muro, ed esposti ai ricatti degli amici e degli alleati. Cominciavamo cosi a scontare il duplice errore: di avere creduto l'impresa piu agevole che in realtà non .fosse; e di averne aumentato le difficoltà, già enormi, con la gaffe della dichiarazione di guerra, e con la piramidale bestialità del decreto di annessione. 1 Ubaldo Formentini nell'articolo L'impresa libica e la politica estera dell'Italia formulava tre ipotesi che dal punto di vista internazionale dovevano aver portato all'impresa: ' " a) l'Italia realizza la convenzione con la Francia e con l'Inghilterra, per prolungare o rinnovare un accordo mediterraneo diretto al raggiungimento di fini ulteriori; b) l'Italia realizza l'ipoteca tripolina per apport'are alla Triplice i presunti benefici militari del nuovo possedimento; c) l'Italia, senza determinarsi a priori per l'uno o per l'altro degli scopi precedenti, s'impossessa della Libia per esaurire questo punto del suo programma di politica estera e acquistare un valore internazionale da spendere, in libera contrattazione, con quel qualsiasi gruppo di potenze che le assicuri maggiori vantaggi." A questo articolo Salvemini fece seguire la sua postilla in "L'Unità," a. III, n° 12, 20 marzo 1914, p. 480. [N.d.C.] . ' 322 BibliotecaGino Bianco
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