"Come siamo andati in Libia" e altri Jcritti dal 1900 al 1915 E Giustino Fortunato - chi piu prudente e p~u anticoloniale di lui? nel marzo 1909 scriveva: A noi importa che Tripoli, la sola terra d'Africa ancora ottomana, ancora fuori della civiltà, spetti un giorno a noi e non ad altri, pur senza credere al grande auspicato suo valor.e economico (Il Mezzogiorno e lo Stato italiano, II, 446). Questi nostri amici - è nostra ferma convinzione - erravano. Ma nessuno aveva mai criticato quest'errore, che essi avevano in comune con la grande maggioranza dei nostri uomini politici. E chiunque voglia apprezzare onestamente le responsabilità del Ministero, che ha condotto l'Italia in . Libia, deve riconoscere che - date quelle condizioni del nostro spi,rito pubblico e data la circostanza che nulla da nessuna pa,rtemai si compiva per mutare quelle condizioni di spirito - era veramente una "fatalità storica" che l'Italia o prima o poi occupasse militarmente la Libia. Se un'altra nazione avesse messo piede in quel paese, la grande maggioranza degli italiani che leggono i giornali e chiacchierano di politica intorno ai tavolini da caffè, e molti uomini tutt'altro che impulsivi e scervellati, avrebbero avuto - a torto, secondo noi; ma in queste faccende il parere val quanto l'essere - avrebbero avuto, dicevamo, l'impressione di un disastro nazionale inaudito. Molti ·fra coloro, che biasimano oggi il Governo di avere iniziata l'impresa, l'avrebbero fulminato il giorno in cui la Libia fosse sfuggita all'Ital_ia. Quei repubblicani, che oggi protestano contro la monarchia perché c'è andata, avrebbero invocata la repubblica se ci fosse andato un altro. Ecco perché la "fatalità storica" doveva condurci o prima o poi in Libia. E la " fatalità storica " è la incoltura e la leggerezza, di cui tutti in Italia siamo piu o meno malati: incoltura e leggerezza, grazie a cui a poco a poco si è trasformata in dogma una aspirazione dapprima vaga e fantastica; e gli animi di uomini anche non leggeri e non volgari si trovarono a poco a poco conquistati da questo dogma, perché nessuno aveva mai pensato a criticarlo di proposito, supponendo che non si trattasse di altro che di aspirazione senza immediati pericoli e senza pratiche conseguenze; e si andò avanti per trenta anni alla carlona, oscillando fra la volontà e la nolontà, finché da un momento all'altro i nodi non vennero improvvisamente al pettine, e la "fatalità storica" della nostra leggerezza e della nostra ignoranza non ci prese per il collo, costringendoci una buona volta a prendere o a lasciare. Quel che non è stato discusso ancora Queste considerazioni bisognerebbe tener presenti allorché si tratta di giudicare le responsabilità degli uomini di governo, che ci hanno condotti in Libia. Nell'essere convinti che fosse realmente per l'Italia questione di vita o di morte l'andare o non ·andare, questi uorruru hanno partecipato ad un 318 Biblioteca Gino Bianco
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