Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La pesca in Libia boccava d'acqua e poteva essere trasformata in un batter d'occhio in un infinito giardino. Ma dopo che lo strato d'acqua, che affiorava ovunque a dieci, a sette, e a tre metri dal suolo, e dopo che gli zolfi e i fosfati si sono dimostrati piuttosto problematici, i giornalisti esploratori si sono messi alla ricerca di altre ricchezze. E ci riescono. È affare di buona volontà. Nel territorio degli Orfella - ci fa sapere lo stesso corrispondente del Corriere della Sera del 7 febbraio - "vi sono pascoli, foreste (!) e sembra vasti depositi di salnitro." Naturalmente queste belle cose si trovano sempre piu... in là. Via via che si procede, il paese visitato sul serio risulta poverissimo, ma il miraggio della ricchezza si sposta sempre piu in là, nella zona piuttosto sconosciuta: hic habitant leones. La pesca in Libia 1 In ,attesa che la Commissione governativa per la pesca in Libia pubblichi i resultati delle sue indagini, non sarà inutile conoscere la opinione dei pratic'i, che a loro rischio e pericolo si sono recati in Libia a tentare la fortuna. Non diciamo che questo genere di testimonianze costituisca un insieme di prove definitive. Ma hanno sempre maggior valore che in genere abbiano le affermazioni dei letteratoidi del nazionalismo tripolino; e possono servire, se non altro, a metterci in dubbio dinanzi a certe spudorate menzogne. Uno di questi pratici è un pescatore di Trani certo Michele Cosentino, che ha fatto parte per alcuni mesi dell'equipaggio di due vaporetti, i quali hanno tentato la pesca nelle acque di Tripoli per conto dei fratelli Ventura. La pesca a Tripoli - ha detto il Cosentino a un nostro amico che lo ha . ' . . . . . Interrogato - non e convemente per 1 seguenti motivi: 1) il fondo è roccioso e non se ne ha ancora una esatta conoscenza; 2) oltre il danno delle reti, i marinari perdono molto tempo per liberarle dalle erbe che vi s'impigliano; 3) manca un porto ove poter rifugiarsi quando il mare è agitato, per la qual cosa si è costretti a tenere sempre sotto pressione le macchine; 1 Pubblicato in "L'Unità," a. II, n° 25, 13 giugno 1913, p. 318, a firma L'UNITÀ. [N.d.C.] 305 BibliotecaGino Bianco

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