Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati :n Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 vassallaggio verso la minacciosa vicina d'oriente, o ad una perenne servitu verso la non disinteressata vicina d'occidente. La questione balcanica e l'equilibrio europeo E un altro interesse, e di altissimo valore, consiglia l'Italia a considerare di capitale importanza la guerra attuale, ed a favorire con tutte le sue forze la Quadruplice balcanica. Nel 1856, al Congresso di Parigi, lord Clarendon osservava che le pessime condizioni politiche d'Italia erano un gravissimo pericolo per la pace europea, - in quanto non interessavano solo gli stati della penisola, ma erano occasione continua alle gare d'influenza e alle ambizioni politiche degli stati vicini, e mettevano perciò in continuo pericolo la tranquillità internazionale. Cos1 è delle questioni balcaniche: ogni moto nella penisola balcanica ha immediatamente ripercussione fortissima in tutta Europa: né vi è stata mai sorgente tanto ricca di incidenti internazionali quanto la questione dei rapporti tra governo ottomano e popolazioni cristiane, tra governo ottomano e stati balcanici. Chiunque, pertanto, desidera veracemente che a questi tempi nervosi sottentrino tempi di serenità operosa, deve cooperare ad allontanare gli elementi perturbatori dell'assetto europeo. E questo intento meglio non si può raggiungere che aiutando lealmente le nazionalità balcaniche a risolvere senza interventi stranieri il problema dei loro rapporti reciproci e della organizzazione politica della loro patria. Ora la guerra attuale, se risulterà definitivamente, come auguriamo, vittoriosa per la Quadruplice balcanica, metterà l'Austria nel bivio o di accettare i fatti compiuti e rinunziare ad ogni ulteriore espansione balcanica, oppure di muovere guerra ai vincitori per costringerli a rinunziare alle loro conquiste e lasciare l'occidente della penisola nello stato di disorganizzazione attuale. In quest'ultimo caso, la posizione che deve assumere l'Italia è chiara: stringersi sempre meglio alla Russia per difendere gli stati balcanici contro l'Austria, aiutarli a contendere definitivamente all'Austria la via verso l'Egeo e verso il basso Adriatico. Questa guerra, in cui le nazioni balcaniche hanno rivelato a un tratto tanto inaspettato vigor di vita, può avere per noi conseguenze estremamente benefiche, determinando nuovi inaspettati raggruppamenti nella politica internazionale. Diviso il sangiaccato di Novi-Bazar fra il Montenegro e la Serbia, assicurata l'autonomia albanese, divisa la Macedonia e la Tracia fra gli stati cristiani contermini, queste nuove formazioni saranno portate per molti anni a cercare presso l'Italia o la Russia la necessaria garanzia contro ogni attentato austriaco e una continua assistenza conciliatrice nelle loro inevitabili piccole interne querele. Forse da questa guerra, se la vittoria definitiva arriderà 260 BibliotecaGino Bianco

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