Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Il decreto della sovranità e la pace di Losanna billatore " (brrr! quale orror!). Ora noi desidereremmo sapere in quale numero l'Unità ha mai stampato lettere antimilitariste. In gergo nazionalista parlare vuol significare mentire. I . Il decreto della sovranità e la pace. di Losanna 1 Noi non sia.mo giornalisti, con rispetto parlando, professionali: perciò non possediamo, infusa fino dalla nascita, quella profonda conoscenza de omnibus rebus et de quibusdan aliis e quel colpo d'occhio immediato e sicuro, che ha permesso ai nostri gazzettieri di formulare, non appena conosciuti gli atti del trattato di Losanna, un giudizio rapido e definitivo intorno al sistema giuridico escogitato dai fiduciari di Ouchy. In tutto quel groviglio di firmani, regi decreti, iradié e convenzioni pubbliche, senza pregiudizio delle probabili convenzioni segrete, dobbiamo candidamente confessare che, ancora una settimana dopo la pubblicazione dei documenti, non siamo riesciti in nessun modo a raccapezzarci. Il trattato di Losanna ci ricorda quelle oleografie, che si trovano in certe osterie èli campagna e che rappresentano una donnina sfacciatella, dall'occhio sorridente e insinuante, la quale da qualunque punto della stanza vi ponete ad osservarla pare che vi segua sempre con lo sguardo e sorrida solo a voi; e se siete in tre a guardarla contemporaneamente da tre angoli diversi, essa vi sorride e vi lusinga insieme tutti e tre... A chi sorride il trattato di Losanna: alla Turchia? all'Italia? ai maomettani della Libia? a tutti? a nessuno? Noi abbiamo un'impressione generica, quasi istintiva, che il trattato di Losanna sia destinato a rimanere nella storia delle relazioni internazionali come una • delle piu raffinate corbellature diplomatiche. La corbellatura è cos1 squisita e , perfetta che sarà sempre estremamente difficile finanche il determinare chi precisamente è stato corbellato. Un capolavoro del genere. Eccovj qua, per esempio, il " nostro fedele servitore," come lo chiama l'ottimo Maometto V, Esem Eddin bey, il quale è nominato da Costantinopoli ed è riconosciuto da Roma Naib-al-Sultan. Naib significa luogotenente; Sultan significa letteralmente dominatore politico. Dunque gli arabi della Libia avranno ragione di credere che il vero sultano, cioè il vero sovrano, è 1 Pubblicato in • L'Unità," a. I, n° 45, 26 ottobre 1912, pp. 181-18:l. [N.d.C.] 251 Biblioteca Gino Bianco

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