Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Facce toste fuorché dei nazionalisti!" E sapete, o stupefatti lettori, come andò la faccenda? Ecco qua. Alcuni scrittori, nazionalisti come il Corradini, o simpatizzanti col nazionalismo come il Bevione, che visitarono la Libia nei primti mesi del 1911, misero in chiaro che i turchi si trovavano laggiu da conquistatori e da oppressori, e ricordarono la petizione con la quale 4000 capi arabi, ai tempi del console Scaniglia, av:evano domandato l'intervento e la protezione dell'Italia. / fatti non hanno dato torto, che si sappia, a quei rilievi. Tanto è vero che gli arabi di Tripdli accolsero ottimamente le nostre truppe sbarcate il 5 ottobre. Se le cose in seguito cambiarono, la colpa fu tutta della debolezza e della dabbenaggine di chi accettò ad occhi chiusi la tesi della fratellanza, non pensò neppure alla possibilità di un attacco improvviso, lasciò ai turchi l'agio di organizzare la resistenza, ecc., ecc. La colpa, insomma, è tutta di Caneva e dell'on. De Felice, che non è nazionalista. Ed ecco come, anche su questo punto, il dottor Balanzone crede di potersela comodamente scivolare, nascondendosi dietro a Caneva e a De Felice, sfuggendo il centro vero della discussione. Che è il seguente: "A parte le responsabilità del generale Caneva, che ebbe il torto di coordinare la sua azione alla ipotesi errata dell'amicizia degli arabi, e a parte la irresponsabilità dell'on. De Felice, che se non è nazionalista ... organizzato e disciplinato, è stato certo, l'anno scorso, un ottimo nazionalista ... occasionale, - è vero o non è vero che la frottola degli arabi che ci aspettavano a braccia aperte fu messa in giro proprio dai nazionalisti, e che se c'è gente che a questo riguardo deve sentire il dovere del silenzio e deve astenersi da ogni critica, questa gente è costituita proprio dai nazionalisti? " ' Il nostro smemoratissimo eroe ha fatto presto a dimenticare che l'Idea nazionale, ancora il 5 ottobre - altro che i primi mesi del 1911! - scriveva che " la guerra, come fatto militare, era destinata, comunque vadano le cose, a rimanere un avvenimento di mediocre importanza." E ha già dimenticato che la stessa Idea nazionale, nello stesso numero del 5 ottobre scriveva: All'infuori della milizia regolare turca armata e ordinata all'europea, con chi potrebbe aver da fare la nostra spedizione? A quali mani potrebbero esser affidate le armi, che ci dicono sbarcate a migliaia a Tripoli di recente? ... Su fa costa, dove dovrebbe avvenire la prima presa di possesso, probabilmente un'occupazione europea non incontrerebbe resistenza: e i turchi lo sanno cosi bene, che quando nel 1897, per timore di un nostro sbarco a Tripoli, si distribui agl'indigeni una parte dei fucili tenuti nei depositi, non si dettero le munizioni. Il governatore ebbe a dire che non se ne fidava. Nell'interno ... la situazione è piu incerta ... Ma l'importante è di mettere piede su la costa. Senza pretendere di nascondere ae difficoltà o di attenuare i pericoli... è lecito prevedere che anche la graduale occupazione dell'interno del territorio potrà essere compiuta senza grande spargimento di sangue e dispendio di forze e di pecunia. E non fu, dunque, l'Idea nazional~, che ancora nel numero del 19 ottobre, alla Yigilia della "sorpresa," combattendo ogni idea di protettorato ed ogni 249 BibliotecaGino Bianco

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