Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Pace italo-turca e questione balcanica La soluzione proposta da Poincaré sembra a prima vista ingegnosissima: - Se gli stati balcanici vogliono fare la guerra, padronissimi; ma sia che vinca la Turchia, sia che vincano essi, nessuno si deve aspettare alcun ingrandimento territoriale, e in tutti i casi lé! Turchia deve dare alla Macedonia le riforme promesse dal trattato di Berlino. Cos1 l'Austria non ha motivo di affermarsi danneggiata da alcun acquisto territoriale degli stati balcanici, non ha piu pretesti per intervenire, e la guerra generale è evitata. Un'altra viltà dei finanzieri e della diplomazia, si dirà. Ma tutta la storia della questione d'oriente è seminata da questo genere di viltà: e questa non sarebbe la peggiore di tutte, perché rappresenterebbe sempre un nuovo passo sulla via che assicura una esistenza piu umana alle popolazioni cristiane della Turchia europea e le abilita lentamente a conquistarsi, in momento piu opportuno, l'indipendenza nazionale. ·11 difetto della formula di Poincaré sta tutto nel fatto che potrebbe essere applicata solo nel caso di una vittoria della Turchia; perché a dare addosso alla Turchia e a costringerla una buona volta a concedere sul serio le riforme alla Macedonia, tutti sarebbero d'accordo. E anche in questo caso, occorrerebbe tener conto dell'agitazione che probabilmente si determinerebbe in Russia, e che potrebbe spingere il governo dello Zar, anche contro voglia, a intervenire per gli stati slavi del Danubio contro il nemico politico e religioso tradizionale. Che se la vittoria dovesse toccare alla Quadruplice balcanica, con quale diritto l'Europa interverrebbe a togliere ai vincitori gl'ingrandimenti territoriali che essi si sarebbero conquistati? E se gli stati balcanici rifiutassero di obbedire? A chi affiderebbe l'Europa l'ufficio di condurli all'obbedienza? All'Austria? sarebbe come affidare le pecore al lupo; e si opporrebbe la Russia, e dovrebbe opporsi l'Italia. A un esercito collettivo? sarebbe la piu umoristica farsa di questo mondo, e sarebbe una grande infamia. Di fronte a questo groviglio di incognite, noi auguriamo fervidamente che il nostro Governo abbia un'idea chiara degl'interessi e dei doveri del nostro paese. E auguriamo che di fronte alle eventuali necessità imposteci dal problema balcanico, il nostro paese ritrovi intatto tutto lo slancio e tutta la solidarietà di cui ha dato finora prova mirabile di fronte al problema di Tripoli, tanto meno per noi importante. E perciò non avremo mai parole abbastanza per deplorare la indegna campagna tentata contro la pace, senza che neanche se ne conoscano le cause, dalla solita canèa del giornalismo nazionalista, il quale neanche dopo un anno di continue smentite portate dai fatti alle sue continue menzogne, sente il dovere di mettere un po' di freno alla propria improntitudine svergognata. E ci rallegriamo che l'insuccesso di questo tentativo forsennato dimostri come il nazionalismo sia oramai in Italia agonizzante. 245 . BibliotecaGino Bianco

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