Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Pace italo-turca e questione balcanica Solamente, quest'obbligo negativo dell'Austria è subordinato a un identico obbligo negativo dell'Italia. L'Italia intervenendo militarmente nelle questioni balcaniche, si toglierebbe ogni diritto di impedire all'Austria di fare altrettanto. Questa necessità di astenersi da ogni operazione militare nei Balcani spiega appunto l'andamento assurdo di tutta la guerra italo-turca durante quest'anno passato. Noi avevamo le mani libere in Libia, dove non potevamo costringere la Turchia alla pace; e le avevamo legate nell'Adriatico e nell'Egeo, dove il nostro avversario era realmente vulnerabile. Non che ci sieno stati divieti veri e propri da parte di alcuno. Ci sarà stato, tutt'al piu, qualche amichevole avviso, per cui eravamo informati che se si ripetevano le cannonate di Prevesa, o se la occupazione delle isole pretendeva diventar definitiva o si estendeva al di là di un dato parallelo geografico, la nostra alleata d'Oriente si considerava sciolta da ogni impegno di astinenza. Forse non c'è stato neanche alcun amichevole avviso: l'Austria si è limitata ad ammassar truppe in Bosnia e a concentrare la flotta a Pola. E l'on. Giolitti ha potuto col piu incondizionato candore diplomatico, affei;:mare alla Camera che l'Italia non aveva mai ricevuto divieti da nessuno, ed era pienamente libera nei propri atti: solamente dimenticò di dire che noi rinunziavamo a fare uso della nostra libertà per evitare che altri facessero altrettanto: a buon intenditor poche parole. Ora supponiamo che, costituitasi la Quadruplice balcanica, l'Italia invece di pacificarsi in questi giorni con la Turchia avesse continuato ad essere in guerra guerreggiata. Data la ipotesi che alle minacce della Quadruplice succeda la guerra, che cosa avrebbe fatto l'Italia? Si sarebbe alleata con gli stati balcanici e sarebbe intervenuta nella contesa allargandola? L'Austria non avrebbe domandato altro. Un intervento nella eventuale lotta tra stati balcanici 1e Tu_rchia sarebbe stata il peggiore regalo che l'Italia avrebbe potuto fare agli stati balcanici. Oppure avremmo dovuto far la commedia di ignorare che la Turchia si trovava nei Balcani, e starcene tranquillamente a dormicchiare a Rodi e a Stampalia? Sa_remmonaufragati nel ridicolo. E per giunta, di frop.te alla eventualità che la guerra balcanica non scoppiasse e che tutto finisse in una conferenza europea, noi ci saremmo trovati col pericolo di dover sottoporre alla conferenza europea anche la questione della Tripolitania, oppure avremmo dovuto astenerci dalla conferenza e continuare per conto nostro la guerra... in Libia, e frattanto lasciare che lia questione balcanica fosse assestata senza di noi; ci saremmo messi, cioè, in condizioni di non poter aiutare le nazionalità balcaniche né militarmente né diplomaticamente. Ciò ·posto, sembra a noi evidente che la pace italo-turca semplifica estremamente, a tutto vantaggio nostro non solo; ma anche degli stati balcanici, la situazione. Chiusa dal punto di vista internazionale la questione libica - diventata la guerra in Tripolitania una faccenda di politica interna dell'Italia, - noi possiamo tranquillamente metterci a fare insieme alla Russia la sentinella ai Balcani contro l'Austria. È precisamente quello di cui ha biso243 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==