"' Il problema delle alleanze no solo un interesse contemporaneo ad essere amici, ognuno per conto proprio, del... tratto d'unione: e fu questa appunto la condizione dell'Italia, fra Germania e Inghilterra, contro la Francia, nel periodo 1880-1890.Ma se i due individui, che prima non avevano interessi opposti, si trovano col tempo a diventare avversari inconciliabili, il semplice buon senso ci dice che a volte continuare a far l'amico di entrambi, si è sicuri un bel giorno di trovarsi nemico di tutti e due. E l'esperienza degli accordi da noi fatti con la Francia per il Marocco, mentre eravamo sempre legati alla Germania, sta 11 appunto a dimostrare, contrariamente ,a quanto sembra al Foberti, che certe situazioni complicate non possono durare a lungo. Finché la Germania si disinteressò del Marocco, noi potemmo fare tranquillamente il nostro "giro di valzer" con la Francia, e rallegrarci di essere alleati di qua, amici di là, coccolati da tutto il mondo. Ma non appena la Germania attaccò briga con la Francia proprio per il Marocco, ecco che l'Italia si trovò sur la sellette; e pur esercitando il suo diritto indiscutibile nel secondare ad Algesiras la politica francese, scontentò aspramente la Germania. E gli effetti di voler funzionare da tratto d'unione, dove l'unione non è possibile, li vediamo oggi nella impresa di Libia, in cui ci troviamo esposti alla indifferenza sospettosa di tutti, perché nessuno sa se domani ci dovrà contare fra i suoi amici o i suoi nemici, e ciascuno tenta di approfittare dell'imbarazzo, in cui ci troviamo, per trascinarci definitivamente dalla sua parte a furia di moine e di ricatti. Con questo non diciamo che l'Italia debba senz'altro sentirsi nemica della Germania e dell'Austria sol perché è portata dai suoi interessi piuttosto verso l'Inghilterra, la Russia e la Francia. Lo zelo eccessivo non fa bene a nessuno, e nulla ci vieta di provare, se è possibile, a continuare almeno per qualche decennio quella funzione di tratto d'unione, che dopo tutto rappresenterebbe l'ideale piu comodo della nostra politica estera, purché fossimo garentiti contro i pericoli che essa presenta. Un trattato di efficacia immediata, che fosse conchiuso dopo la pace italo-turca nei prossimi mesi fra l'Italia e le potenze della Triplice Intesa, per garentirsi a vicenda lo statu quo mediterraneo e le autonomie balcaniche, e un altro patto difensivo da far entrare in vigore qualora l'Italia si staccasse dalla Triplice, col quale le potenze della Triplice Intesa garentissero tutti gli interessi dell'Italia contro la Germania e l'Austria - in compenso dell'adesione che darebbe al loro sistema l'Italia - questi due trattati ci permetterebbero di discutere con piena sicurezza e tranquillità con la Germania e con l'Austria i patti di una eventuale nuova Triplice semplicemente difensiva e assolutamente rispettosa delle autonomie balcaniche. Qualora la Germania e l'Austria rinunziassero a imporci una politica antiinglese e di espansione balcanica, cioè prendessero atto del trattato da noi già conchiuso con la Triplice Intesa per lo statu quo mediterraneo e per la tutela e lo sviluppo delle autonomie balcaniche, tutto ci consiglierebbe forse a rinnovare l'alleanza; e le stesse potenze della Triplice Intesa· avrebbero 2.35 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==