Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

"Come siamo andati ,n Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 L'Inghilterra e la Triplice I diplomatici italiani, se se ne esclude il Robilant, nell'aderire o ·nel rimanere stretti al blocco austro-germanico peccarono spesso di impulsività o di eccesso. Videro piu spesso il lato della necessità che aveva l'Italia di appoggiarsi alla Germania e all'Austria contro la Francia, che il lato della necessità che Germania e Austria avevano dell'Italia per assicurarsi libertà d'azione contro la Francia e la Russia. Ma, nell'insieme, chi voglia giudicare serenamente i fatti, non può non riconoscere che trent'anni or sono l'adesione dell'Italia al blocco austro-tedesco fu per l'Italia un atto di prudenza e di senno necessario. A parte infatti la circostanza che la questione romana, risuscitata da un barbaro di genio come Bismarck, avrebbe rappresentato trent'anni or sono un pericolo ben serio per la nostra compagine nazionale - oggi si che possiamo riderne, ma ... non troppo! - a parte il fatto che era difficile non reagire con una vera e propria ostilità irritata all'occupazione di Tunisi compiuta dalla Francia; c'era e continuò sempre ad agire nel periodo 1880-1900 una causa poderosissima che spingeva l'Italia nella Triplice: vogliamo dire la politica inglese. È merito del Formentini avere chiarita bene questa idea: che nel periodo 1880-1900,dati i dissidi coloniali fra l'Inghilterra e la Francia e fra l'Inghilterra e la Russia, e dato il dissidio europeo fra il blocco austro-tedesco e il sistema franco-russo, e data la conseguente necessaria simpatia dell'Inghilterra per la Germania e per l'Austria, l'Italia, se non ostante Tunisi avesse piegato verso un'alleanza francese, si sarebbe trovata esposta, non solo per terra all'ostilità dell'Austria, ma anche per mare a quella dell'Inghilterra. Fu l'amicizia inglese la vera causa positiva che determinò l'Italia a piegare verso il blocco austrotedesco, oltre gli elementi negativi rappresentati dalla irritazione tunisina e dalle minacce bismarckiane e austriache. Ed ·è appunto lo spostamento ed il rovesciamento dei rapporti fra Germania e Inghilterra il fatto fondamentale, in grazia del quale si è maturata, come giustamente afferma il Formentini, in quest'ultimo decennio una nuova condizione di cose per cui la nuova Triplice non avrebbe piu per l'Italia i vantaggi e le necessità dell'antica, e presenterebbe danni e pericoli che l'antica non aveva, mentre un'adesione dell'Italia alla Intesa anglo-franco-russa presenterebbe vantaggi tali da compensare ad usura per noi i danni e i pericoli della crisi, a cui andremmo incontro rifiutando di rinnovare l'alleanza col blocco austro-tedesco. Ma a questo punto entriamo nel campo del problema pratico delle alleanze. A discutere il quale sulla base delle osservazioni del Foberti dedicheremo un prossimo articolo. 224 BibliotecaGino Bianco

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