Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Il caso Alamanni per tutti questi mesi ha continuato a rimaner chiuso nel silenzio piu solenne e piu impenetrabile. Se questo silenzio contin~asse, dovrémmo proprio credere che c'è al ministero della Guerra qualcuno interessato a " mettere la cosa 1n tacere," come affermava il 25 febbraio passato il capitano Alamanni. . Il caso Alamanni 1 Il Pensiero militare del 1 ° agosto 1912, occupandosi del falso carteggio Rohlfs-Crispi-Camperio, e dell'obbligo che ha il ministero della Guerra di chiarire una buona volta la posizione morale del capitano Ennio Quirino Alamanni, esibitore o autore dei documenti falsi, scrive che noi abbiamo dato prova di "ingenuità madornale," aspettando per sei mesi in silenzio che il ministero della Guerr~ compisse senza riguardo per nessuno e senza pressioni esterne il proprio dovere. Il m\inistero della Guerra - scrive il Pensiero militare - da un pezzo si è dimostrato di una proverbiale insensibilità in tutto quanto concerne questioni d'onore e di decoro obiettivamente considerate. Se qualche volta mostra di darsene pensiero, è soltanto perché vi è trascinato dall'esplosione dellÒ scandallo nella pubbl_ica stampa. Le parole del Pensiero militare sono molto gravi. E l'inerzia del ministero della Guerra in questo losco affare non sembra certo diretta a smentire il Pensiero militare. Ma noi vogliamo cont~nuare ad essere ingenui anche al di là della enormità. E vogliamo ancora aspettare. A invocare luce piena e intera sulla posizione morale del capitano Alamanni e sugli autori della falsificazione noi non dovremmo esser soli. Dovremmo avere·con noi in prima fila l'on. Comandini e gli altri redattori della Ragione, i quali pubblicarono i documenti falsi, e avrebbero tutto l'interesse a dimostrare che all'Alamanni essi non devono alcun riguardo. E dovremmo avere con noi anche quelle sacre vestali del fuoco sacro patriottico, le quali c'insegnano ogni settimana sulle colonne dell'Idea nazionale in che modo si deve rispettare l'esercito ed amare la patria: questi signori non dovrebbero avere requie finché non fosse bene chiarito se nell'esercito italiano c'è un 1 Pubblicato in " L'Unità," a. I, n° 35, 10 agosto 1912, p. 140. [N.d.C.] 219 B'blioteca Gino Bianco

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