Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

L' " Eroe d'Italia " Eppoi i documenti pubblicati sulla Ragione non appaiono niente affatto "in condizioni pessime": il rapporto Rohlfs, per quanto pieno di strafalcioni e di assurdità spudorate, costituisce formalmente un tutto organico, è un'opera letteraria omogenea con un esordio, con un largo sviluppo di notizie, con una conclusione; la lettera attribuita a Crispi è anch'essa un testo letterario tutt'altro che spregevole per la forma, sebbene il contenuto riveli da cima a fondo la mano del falsario. Ora nel passare dall'incartamento " in condizioni pessime" alla Ragione "in condizioni ottime," i documenti furono, forse, rimaneggiati dall'Alamanni? Vuole. accennare a questo rimaneggiamento la signora Alamanni, allorché dice che l'Alamanni volle " scrivere i pochi punti rimasti in sospeso"? E se è cosI, perché l'Alamanni, invece di rimaneggiarli di fantasia, non fece ricerca degli originali, arrivando cosI una buona volta a scoprire che erano stati bruciati ed evitandosi la "immensa desolazione " dell'ottobre 1911? Perché andare alla ricerca degli originali solo dopo che sorsero i primi dubbi sull'autenticità? Tutti questi punti interrogativi andavamo accumulando nel nostro pensiero il 25 febbraio passato, in casa dell'on. De Viti de Marco, mentre aspettavamo che l'Alamanni arrivasse. Finalmente l'Ala.marmi arrivò. E del colloquio che avemmo con lui, parleremo, poiché lo spazio ora ci manca, nel prossimo numero. ' \ L'" Eroe d'Iudia" 1 Il signor Gualtiero Castellini, nel leggere l'articolo pubblicato dal nostro amico Carlo Maranelli sull'Unità del 6 luglio su una possibile base di pace fra l'Italia e la Turchia, è stato preso da un accesso di "passione eroica," ed ha sentito il bisogno di versare un sacco e una sporta di villanie sulla testa non solo del Maranelli, ma anche di chi dirige l'Unità, proclamandoli "i vigliacchi d'Italia." Se volessimo prendere sul serio certe forme di teppismo giornalistico, noi ci affretteremmo entro le sacramentali ventiquattr'ore a sfidare l' "Eroe 9'Italia " a singolar tenzone, denuderemmo il brando e berremmo il suo sangue e calpesteremmo il suo cadavere. Ma siamo convinti che le facchinate verbali e reali insudiciano solo chi le perpetra, non coloro contro cui pretendono essere 1 Pubblicato in "L'Unità," a. I, n° 32, 20 luglio 1912, p. 126. [N.d.C.] 205 ~- ioteca Gino Bianco •

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