Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La grande illusione Sono gli effetti della colossale campagna di mistificazioni, a cui assistiamo da un anno a questa parte. Frattanto il ministero degli Esteri pubblica sulla climatologia di Tripoli e di Bengasi uno studio fatto eseguire dal R. Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica, i cui risultati sono riassunti come segue dal. Colamonico, un distinto e serio giovan~ geografo, sulla Humanitas di Bari del 21 aprile 1912: La quantità di pioggia, che cade nelle città meridionali dell'Italia - ad eccezione di Foggia - è superiore di quasi la metà a quella di Tripoli e di oltre i due terzi a quella di Bengasi. Il clima di Bengasi nei due suoi fattori piu importanti - temperatura e pioggia - si presenta in condizioni meno favorevoli di quella di Tripoli. Senza dubbio Bengasi non è tutta la Cirenaica, come Tripoli non è il Gebel; ma in mancanza di dati sicuri che possano valerci per l'interno, è certo che quelli che si riferiscono alle due città marittime sono tutt'altro che confortanti. I risultati delle osservazioni fatte a Bengasi riescono di piu penosa impressione, specie perché - nell'ignoranza in cui si era - solevano attribuirsi alla Cirenaica molti favorevoli caratteri climatici, per la cui autenticità venivano invocate testimonianze d'ogni specie, antiche e moderne. Il certo si è che, riguardo alla temperatura, Bengasi si presenta come città ancora piu calda di Tripoli e che nell'interno del Barca non potrà non lamentarsi il solito fenomeno dei salti eccessivi di calore, che è comune a quasi tutto l'hinterland tripolino. Maggiore meraviglia devono però destare i dati della quantità di 'pioggia che - in un ventennio di osservazioni - si è vista cadere a Bengasi. La zona occidentale della Cirenaica non può contare che su 276 mm. di pioggia all'anno, poco piu della metà di quella che cade a Foggia e nella Sicilia occidentale, nelle regioni cioè di piu scarse precipitazioni che ci siano in Italia. Quasi certamente l'interno della Cirenaica avrà pioggie piu abbondanti; ma tenute fra l'altro presenti la limitata estensione del Barca medesimo e l'assenza di vere e proprie montagne, è facile che con molta probabilità il rapporto fra le pioggie di qualche zona piu favorita, dell'interno e le pioggie di Bengasi non potrà mai essere superiore a quello di 2 a 1. Con una media quindi di circa 350-400 mm. di pioggia all'anno, la Cirenaica resterebbe sempre meno ricca di qualunque terra italiana, mentre è esposta a un caldo senza dubbio piu eccessivo. Inoltre, staccata com'è in quanto al rilievo dal resto dell'Africa, io dubito moltissimo che con la suddetta quantità di precipitazioni, debba seriamente parlarsi nella Cirenaica di un sistema idrografico sotterraneo da potersi sfruttare. Si aggiunge, dal punto di vista agricolo, che tanto per Bengasi quanto per Tripoli la pioggia è molto inegualmente distribuita nei vari mesi dell'anno, e eh~ mentre perfino a Foggia da aprile a settembre cadono circa 200 mm. di pioggia, a Tripoli nello stesso periodo ne cadono poco piu di 3i e a Bengasi appena 10. Eppure il Tavoliere di Puglia deve la sua poca fertilità proprio alla insufficienza delle precipitazioni atmosferiche. Quanto, poi, alla possibilità che la nostra emigrazione possa volgersi utilmente in proporzioni apprezzabili verso la Libia, ecco che cosa scrive nell'Italia all'Estero del 16 aprile Giuseppe Preziosi, un uomo cioè che i problemi della nostra emigrazione li ha studiati sul serio, e non alla nazionalista. La nostra è emigrazione vera e propria di lavoro, e perciò nella maggior proporzione è costituita da elementi singoli che si portano all'estero per un periodo piu o meno lungo ma temporaneo e con lo scopo unico di risparmiare il massimo possibile nel minimo lasso di tempo. Ora questa emigrazione non può, pel suo carattere, essere attratta dalle nuove 181 Biblioteca Gino Bianco

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