Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 vista economico riguardano il territorio, che si estende dall'Egitto all'Africa francese, non sono che sommarie e spesso contraddittorie"; riconosce "la scarsità dei dati e delle notizie scientificamente esatte " (pp. 461, 462). La qual cosa è assai discutibile, perché di notizie esatte ne abbiamo un numero sufficiente, e sono assai pessimiste, salvo che per una ristretta zona della Cirenaica; e appaiono incerte solo a chi, suggestionato dalle menzogne della stampa tripolina, non riesce a trovare in sé la forza necessaria a stare con l'autorità degli autori seri contro le bugie dei geografi e degli esploratori del Banco di Roma. Ad ogni modo, il Manetti è in quello stato d'animo, in cui il pessimismo e l'ottimismo si scontrano e si elidono, e conchiude che non si _ sa finora nulla di sicuro. Su quale base, allora, fonda le sue preYisioni agrarie non pessimiste? Sull'archeologia, quasi esclusivamente sull'archeologia, che egli attinge di peso, in perfetta buona fede, alle falsificazioni dei giornali quotidiani e alle corbellerie dei volumi nazionalisti. "L'antica colonizzazione romana," egli scrive, "aveva portato all'opulenza ed alla floridezza le fiorenti regioni"; e da questa antica floridezza è sufficientemente provato che causa della barbarie è "l'abbandono, in cui il go,Ternoturco ha lasciato queste sue provincie" (p. 462). "Le barbarie vandala ed araba, l'incoscienza e l'apatia dei turchi, l'incoltura del suolo, il diboscamento e le rapine sono le sole ragioni del basso livello economico dell'attuale Tripolitania. Anche la Tripolitania è stata al tempo della colonizzazione romana largamente rimunerativa ai suoi fortunati coloni, né v'è ragione alcuna che possa impedire all'alacre attività della nostra razza di rendere il nuovo possedimento degno della Lybia opima dei nostri padri " (p. 466). I mutamenti delle condizioni fisiche non possono " bastare a spiegare la decadenza profonda, in cui la splendida Pentapoli di un giorno è oggi caduta " (p. 471). " Molto rimane ancora da ricercare e da conoscere avanti di poter giudicare completamente il \'alore potenziale ed attuale della nostra colonia; ma è fuor di dubbio che il suo avvenire sarà sicuramente degno del suo grande passato" (p. 477). "Non dubitiamo che gran parte dei vasti territori, che hanno dato un imperatore giusto come Settimio Severo [la Leptis patria di Settimio Severo è in Tunisia], e lo spirito grande e profondo di S. Agostino [ lppona è in Algeria], ritorneranno ad essere popolati, fertili, ricchi di traffici e di biade " (p. 479). · Voi sentite qui che il criterio sano dell'agricoltore è stravolto e deviato dalle menzogne archeologiche, che l'agricoltore non è in grado di controllare, e le accetta in buona fede come le ha trovate nei giornali, e ne fa un elemento dei suoi giudizi e dei suoi calcoli. Cos1 a furia di bugie, sia sull'antichità, sia sul presente, è stato possibile suggestionare tutti gl'italiani, anche molti fra coloro che pur strillano contro l'impresa di Tripoli (per es, sulla Critica sociale del 16 gennaio 1912, p. 25, si afferma che "le condizioni della Cirenaica sono totalmente diverse da 176 Biblioteca Gino Bianco

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