Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

" Come siamo andati in Libia ·• e altri scritti dal 1900 al 1915 Già, bisogna cominciare dal pnnc1p10 non dal fine. E il pnnc1p10 è (udite! udite!): Conoscere esattissimamente il paese, le sue risorse, i suoi difetti. I.A conoscenza deve sempre precedere l'azione. Questo in Italia l'abbiamo regolarmente dimenticato. La nostra azione incerta, oscillante, errabonda e vana in ogni campo ne è stata la conseguenza. Che cosa sia pr:ecisamente la Tripolitania, i Francesi lo sanno, noi no. Quando lo sapremo, quando avremo la carta del paese all'l per 50.000, quando conosceremo con esattezza la distribuzione della proprietà, l'intrico delle strade carovaniere, la presenza delle àcque, l'altezza delle montagne, l'ubicazione delle miniere, il corso delle acque, allora, allora, e solo allora potremo tracciare il grande piano organizzatore della colonia. E pensare che tutti i nostri conquistadores - e il Bevione in prima linea - ci avevano descritto prima la Tripolitania,' come se la conosces~ero! Fatto cosI il piano (come si fa un cannone? si prende un buco, si fascia di bronzo e il cannone è fatto), fatto il piano, bisogna trovar l'uomo. È semplicissimo. Ci yuole un generale d'industria, un uomo giovane, che abbia già mostrato, portando al trionfo un'intrapresa, di possedere le doti di energia, di direzione e di dominio che sono indispensabil~ che nella sua intrapresa abbia potuto rivelare doti di versatilità anzi di universalità, senza di cui si potrà essere in Tripolitania un buon direttore di servizio, ma non il governatore. Un uomo simile, se s1 cercherà, si troverà in Italia. Rivolgersi per referenze al Banco di Roma. Poi ci Yuole un'amministrazione. L'amministrazione del Regno ha nel suo seno gli elementi capaci di creare la nuova Tripolitania? Forse no: ma se anche li avesse, rappresenterebbero l'élite della nostra burocrazia, a cui la metropoli non potrebbe rinunciare per costituire una buona amministrazione alla Colonia. . E cosi gl'impiegati attuali ce li dobbiamo tener tutti noi! Dobbiamo rinunziare anche alla speranza di spedire a Tripoli almeno una parte degli impiegati imbecilli, che amministrano cosI bene l'Italia: la "metropoli " ne ha bisogno. Per provvedere a Tripoli, bisogna uscire fuori dei quadri dell'amministrazione, nei campi dell'iniziativa libera. Quel che bisogna ricordarsi ben bene è che avere l'amministrazione ideale della Tripolitania è questione di stipendi. La nostra colonia, come le -colonie inglesi, dovrà offrire stipendi di primo ordine a tutti i gradi dell'amministrazione. Solo a questa condizione si può esercitare una selezione rigorosa: solo a questo patto si attrarranno i migliori ai nuovi impieghi dello Stato. 112 BibliotecaGino Bianco

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