Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Capitolo secondo Il" cattolicismo sociale" di Leone XIII Anche senza un pos1t1vo aiuto del Vaticano, il movimento "cattolico sociale" fece la sua strada. Specialmente fra i cristiani sociali austriaci e francesi si elaborò allora una dottrina dello "stato corporativo," che i fascisti dovevano poi adottare in tutti i dati essenziali, facendola passare come una invenzione di Mussolini. Partendo dal mito delle "corporazioni" medievali, i cattolici sociali o cristiano-sociali si immaginavano di ritornare al medioevo, quando doman– davano che tutti i capitalisti ed operai impegnati in una data attività econo– mica formassero una "corporazione" nazionale, riconosciuta dal governo e da esso investita del compito di diffondere la fede, stabilire i salari e gli altri patti di lavoro, arbitrare i conflitti, promuovere il progresso della produ– zione e curare la preparazione tecnica dei lavoratori. Senza perdersi in troppi particolari, interesserà soprattutto notare che le corporazioni cattoliche erano fondate sul principio "gerarchico," come la Chiesa: in questa tutti sono eguali innanzi a Dio, ma in tutto il resto c'è gerarchia. Nelle "corpora– zioni" cristiano-sociali ogni autorità e responsabilità spettava ai datori di lavoro. E l'insieme delle "corporazioni" doveva dare alla società un'organiz– zazione gerarchica. Nelle "corporazioni" austriache, quali furono fondate da una legge del 1883, grazie a un accordo fra cristiano-sociali e clericali conservatori, chi nella "corporazione" faceva la legge era un consiglio for– mato da tutti i padroni e da quattro rappresentanti degli operai. Il resto si capisce da sé, e spiega perché fra gli operai industriali dell'Austria i cattolici perdettero sempre terreno a vantaggio dei socialisti, e non riuscirono a orga– nizzare sotto la propria direzione che vaste zone delle popolazioni rurali. Nello stesso tempo un'altra corrente di idee, di origine protestante, "il socialismo di stato" o "socialismo della cattedra," era andata afferman– dosi in Germania, e verso il 1886 ottenne il consenso di Bismarck. I so- / cialisti della cattedra invocavano l'intervento del governo nei conflitti fra capitale e lavoro, e leggi per la protezione delle donne e dei fanciulli con– tro il lavoro eccessivo, pensioni per la vecchiaia, assicurazioni contro le malattie contratte per causa del lavoro. Bismarck iniziò nel 1888 la legisla– zione sociale con le pensioni alla vecchiaia. 348 BibliotecaGino Bianco

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