Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Stato e Chiesa in Italia da Pio IX a Pio Xl ripreso .fiato; il partito popolare non era piu necessario ad impedire le vitto– rie elettorali dei socialisti: c'erano i bastoni fascisti che compivano questo ufficio. Perciò i cattolici conservatori potevano muovere senza esitazione all'assalto del partito popolare. Solamente, non osavano rimproverarlo di es– sere troppo democratico; lo accusavano di non essere abbastanza cattolico. Speravano cosf di disorientare i credenti che formavano il grosso del partito. La campagna giornalistica del gennaio 1922 fu certamente il risulta~o di una parola d'ordine partita dal cardinal Gasparri. Fu anche voluta da Benedetto XV? I democratici cristiani escludono che egli avrebbe mai posto il veto ad una alleanza fra il partito popolare e la parte piu moderata dei socialisti: avrebbe lasciato che i cattolici italiani facessero in piena libertà anche questa esperienza politica. Certo la campagna giornalistica del gennaio 1922 non poté esser fatta a sua insaputa e contro la sua vo– lontà; ma i democratici cristiani pensano che la consenti non perché si proponesse di limitare la libertà del partito popolare, ma solo per dimostrare ancora una volta e in una maniera sempre piu chiara che la Santa Sede si manteneva estranea alle iniziative e alle responsabilità del partito popolare. Io sospetto che i democratici cristiani si illudano. Un'alleanza dei cattolici italiani coi socialisti era un troppo grande salto nel buio perché un uomo di piu che settanta anni, e papa per giunta, potesse consentirlo senza difficoltà. Anche Leone XIII, dopo aver incoraggiato il movimento democratico cristiano, lo sconfessò. Dopo tutto, Benedetto XV non aveva mai incoraggiato il partito popolare: lo aveva solamente "ignorato"; se avesse dovuto condannarlo, non si sarebbe affatto trovato in contraddizione con se stesso. Ma è vano esercizio speculare su quanto Benedetto XV avrebbe fatto, se avesse avuto tempo di assumere un'attitudine piu esplicita. Mod: il 22 gennaio 1922, e gli successe il cardinale Achille Ratti, arcivescovo di Milano, che prese il nome di Pio XI. dicembre 1921, parlando alla Camera dei deputati, Mussolini disse: "È innegabile che il proletariato italiano si trova in un periodo che io chiamerei di sbandamento morale, non già per l'azione piu o meno violenta del fascismo, ma per il crollo di tutta la ideologia che aveva alimentato potentemente gli entusiasmi del dopoguerra. D'altra parte i partiti sovversivi sono in fiero contrasto fra di loro." [Atti parlamentari, Camera dei deputati, Discussioni, tornata del 1° dicembre 1921, p. 1975 (N.d.C.).] La "marcia su Roma" ebbe luogo nell'ottobre 1922. 256 BibliotecaGinoBianco

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