Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Capùolo settimo Leone XIII e la democraziacristiana ½one XIII non credeva alla solidità dell'Italia politicamente unita. Mentre Pio IX aspettavà che il governo italiano fosse scacciato da Roma per effetto 'di un miracolo, Leone XIII aspettava la restaurazione del potere temporale dallo scoppio di una rivoluzione o di una guerra, cioè da un altro miracolo. 1 Il programma del Vaticano, sotto Leone XIII, poteva essere formulato nel modo seguente: il regime politico sorto in Italia dall'unificazione nazio– nale sarebbe caduto per effetto di una guerra .o sotto i colpi dei radicali, repubblicani, socialisti, anarchici; i cattolici dovevano rifiutarsi di partecipare alla vita politica, sottrarre ai partiti di governo tutte le forze conservatrici che si raggruppavano intorno al clero, e cosi'.scalzare la monarchia di Savoia dalla destra, mentre radicali, repubblicani, socialisti, anarchici l'assalivano dalla sinistra. Quando gli assalti di questi partiti avessero raggiunto lo scopo e la monarchia fosse stata abbattuta, solo allora i cattolici non sarebbero piu rimasti con le armi al piede; si sarebbero fatti avanti come esercito di riserva, in difesa dell'ordine sociale; avrebbero preso il posto dei liberali andati in malora insieme alla monarchia dei Savoia, e avrebbero salvata l'I– talia dalla rivoluzione sociale; dopo di che, nella nuova Italia governata dai cattolici, questi avrebbero riconosciuto al papa il diritto di risolvere la questione romana nella maniera che egli avrebbe creduto migliore, nella pie– nezza della sua libertà. Questa tattica fu definita da un giornale cattolico di Milano 2 con le parole: "preparazione nell'astensione." I precedenti per accreditare siffatta attitudine non mancavano nella storia d'Europa. Già in Frap.cia le classi possidenti avevano cercato la loro salvezza nell'alleanza col clero e nella sottomissione dello Stato alla Chiesa, una prima volta dopo la rivoluzione del 1848, e una seconda volta, sotto 1 Nel ms. segue a questo punto una lunga citazione dalla "Civiltà cattolica" del maggio 1896, già riportata sia ne L'avvenire del partito cattolico (cfr. indietro, pp. 8-9), che ne Il partito popolare e la questione romana (cfr. indietro, pp. 49-50): qui la ometto. Anche una parte delle con– siderazioni che seguono sono riprese dal saggio del 1922. [N.d.C.] 2 "L'osservatore cattolico" di Milano, diretto da don· Davide Albertario. Ma la formula "preparazione nell'astensione" era stata lanciata per la prima volta, nel maggio 1885, dal quoti– diano cattolico "Il cittadino di Brescia." [N.d.C.] 139 blioteca Gino Bianco

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