Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Le condizioni attuali Invece i democristiani non possono presentare verun programma concreto di azione immediata: il rifiuto di alleanza dei socialisti li mette fuori della realtà. Chissà che il problema non sia risoluto, alla fine, dai fascisti: i quali sembrano essersi proposto lo scopo di costringere i socialisti, a furia di bastonate e di revolverate, ad abbandonare la intransigenza riyoluzionaria, e ad allearsi coi popolari, e ad andare al governo, per forza anziché per amore. Questo, ad ogni modo, sembra sicuro: che il contrasto fra elementi conservatori ed elementi democratici nel partito popolare merita di essere segufro con grande attenzione. Mentre correggo le bozze, giugno 1922, le violenze fasciste hanno intensificato nel partito socialista quella evoluzione verso il riformismo e verso il collaborazionismo coi popolari, che alcuni mesi or sono, quando davo la prima forma a questo studio, cominciava appena ad accennarsi. E in relazione con quest'accostarsi della maggioranza so– cialista all'idea di collaborazione col partito popolare, si accentua nel partito popolare una crisi fra gli elementi di destra e quelli di sinistra: il marchese Cornaggia, che al tempo di Pio X fu il personaggio piu autorevole del movimento demo-moderato, promuove il sorgere di una organizzazione cat– tolica di destra; e Pio XI sembra approvare questo tentativo, e già comin– ciano a chiamarlo "il papa dei moderati lombardi." Se la iniziativa del marchese Cornaggia avrà fortuna, cioè se riuscirà a strappare al partito popolare gli elementi conservatori, avremo in Italia una situazione analoga a quella che si è determinata nel Belgio: dove cattolici conservatori e demo– cratici cristiani hanno formato dopo la guerra due partiti qistinti, che si alleano gli uni con le forze di destra, gli altri con quelle di sinistra, e cos1 assicurano un minimo di condizioni favorevoli a tutte le istituzioni cattoliche di qualunque tendenza, qualunque ~ia la corrente di idee che possa caso per caso prevalere nella vita pubblica del Belgio. Se il tentativo di autonomia fatto dalle forze di destra non riuscirà, il partito popolare continuerà a raccogliere, come fa il partito del Centro in Germania, correnti conservatrici e correnti democratiche, dando la prevalenza ora all'una ora all'altra corrente; e il Vaticano, senza sconfessare mai ufficialmente nessuna tendenza, rafforzerà sotto mano ora l'una ora l'altra, secondo i temperamenti individuali dei diversi pontefici, e secondo muteranno le opportunità dei tempi. dava ottimi risultati: un aumento - sia pure non definitivo - di 40 milioni all'anno nei trattamenti dei vescovi, dei canonici, dei parroci [vedi p. 78], con vantaggio dell'autorità vescovile sul basso clero; favori di tutti i generi nell'amministrazione giornaliera del governo centrale e dei comuni, e relativo aumento di influenze elettorali; promesse di larghe conces– sioni sul terreno scolastico. Di quanto non sarebbero cresciute le concessioni se l'alleanza fosse diventata definitiva e non fosse stata minacciata dalle inquietudini democratiche? A tutti questi vantaggi reali e immediati, la sinistra del partito non poteva opporre altro che la protesta di abbandonare il governo, cioè tutti quei vantaggi, e la speranza che i socialisti desistessero dalla intransigenza e si alleassero coi popolari. Era chieder troppo a un partito! "Con tutte queste difficoltà, i democratici riuscirono a far prevalere, almeno in massima, la loro teoria, tanto la loro corrente era forte nelle masse organizzate dal partito: non poterono vietare al gruppo parlamentare l'alleanza colle destre, ma quest'alleanza fu accettata dal con– gresso [di Venezia, 20-23 ottobre 1921] come un meno peggio imposto da opportunità con– tingenti, ma su queste opportunità doveva prevalere, non appena fosse possibile, la tattica delle alleanze coi partiti di sinistra e coi socialisti." [N.d.C.] 67 ibliotecaGino Bianco

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