Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Le condizioni attuali trice. Apd il fuoco l'Osservatore romano, rimpiangendo i bei tempi, quando "l'azione cattolica teneva. davvero il primo posto e imperniava in sé tutte· indistintamente le energie nostre," mentre oggi "l'azione schiettamente e apertamente cattolica è meno sentita da uomini politici, da organizzatori e da· scrittori." Continuò il Cùtadino di Brescia invocando che si ripren– desse la "gloriosa tradizione," quando al dire dell'Osservatore romano l'a– zione cattolica era "base, luce, anima vivificatrice, forza di coordinamento, punto di partenza" dei cattolici organizzati; e attaccava esplicitamente il partito popolare e l'organizzazione economica dipendente dal partito popo– lare, perché mettono in primo posto non l'azione cattolica, ma la politica, e una "politica anche la meno soda.." Accorse ai rincalzi il clerico-fascista Avvenire d'Italia di Bologna, analizzando il pericolo che certi "mastodontici organismi," cioè le organizzazioni del partito popolare, si trovassero senza "quella forza vivificatrice che è solo rappresentata dall'azione cattolica." Era arrivata sul terreno, a far coro per le "gloriose tradizioni" di Pio X, anche l'Unità cattolica di Firenze; quando l'improvvisa morte di Benedet– to XV interruppe la campagna, che era evidentemente il risultato di una. parola d'ordine venuta dagli ambienti piu conservatori del Vaticano non certo favorevoli all'opera di don Sturzo. Don Sturzo ha risposto a questi assalti, riaffermando nettamente il ca– rattere non rigidamente confessionale e niente affatto conservatore del par– tito popolare. Che il nostro partito - ha dichiarato a un corrispondente dell'Echo de Paris del 22 febbraio 1922 - sia animato da uno spirito di buona volontà, di carità, di pace, di fratellanza cristiana, è certo; ma che sia partito religioso, confessionale, è falso. Nella nostra organizzazione quasi tutti sono cattolici: ma il nostro partito non è un partito cattolico. Noi siamo dei cittadini liberi che lavoriamo su basi determinate: politiche, democratiche, economiche, sociali, per l'organizzazione del paese; riconosciamo tuttavia, che in Italia, per assicurare lo sviluppo pacifico del nostro genio tradizionale, bisogna assicurare alla Chiesa la completa libertà nell'adempimento della sua divina missione. Voi non ignorate, d'altronde, che non mancano cattolici, che hanno conservato un at– teggiamento molto diverso dal nostro e interamente conservatore. In fondo, la tattica di don Sturzo dovrebbe essere approvata con en– tusiasmo proprio dai cattolici piu schizzinosi. Infatti, il partito popolare, oper:ando sotto la propria responsabilità, senza coinvolgere nelle sue lotte la gerarchia ecclesiastica, rifiutando il carattere confessionale, assume su di sé tutti i pesi della battaglia e tutti i pericoli delle sconfitte; ma quel che conquista via via, è tanto di conquistato per la influenza cattolica: il papa mieterà, a suo tempo e senza rischio, quel che don Sturzo avrà seminato e sarà riuscito a portare a maturità. Ove troverebbe la Chiesa una situazione migliore di questa? Ma i cattolici conservatori rinfacciano al partito popolare di non essere abbastanza cattolico, perché non osano rimproverargli di non essere abbastan– za conservatore. Peccato che don Sturzo non sia un poco modernista I Sarebbe cosf facile, allora, sbarazzarsene. Quando si vuole ammazzare un cane, si 65 8 Biblioteca Gino Bianco

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