. . tributi teorici, ma essi ,provenivano sopratutffl da elementi estranei al movirr1ento e la cui influenza S\111 'opinione -generale dei socialisti del ten1po, aderente ancora ,com'pletamente alla lettera del sistema marxista, fu assai limitata. Il filosofo napoletano Anto•nio LabrioJa divenne per i suoi ~tudi considerevoli, l'apolo~!sta del 1nate- .rialismo storico. Egli considerò sopratutto gli aspetti filosofici della dottrina e le sue opere più che dlevare o dominare tJna crisi del rnarxismo di cui si cominciava a ·parlare in quei te1npi, erano destinate ad eliminare i malintesi·'(Loria), le interpretazioni grossolane ( lVIaterialisti), i ravvicinamenti errati (con Darwin e Spencer). La: sua lezione era im2ron tata ad una ..,,. aristocratiça prudenza nei confrònti dei neofiti marxisti che credevano di possedere con la teoria mat~- rialista storica un facile talismano_; egli fece con1prende.re che· la fa.n1osa soprastruttura econon1ica, destinata a detern1inare tutti gl·i altri fenon1eni so.ciali, non era un semplice meccanismo dal quale potessero e1nergere i tali- o i tal altri effetti meccanici immediati, istituzioni, leggi, costun1i, pensieri, sentimenti e ideologi_e. Con una grande abilità ·egli dimostro co.:. 1ne il processo di derivazione e di mediazione fosse spèsso complessò, spessò cqsì sottile e tortuoso e .non . sempre decifrabile. Persuaso di_essere il solo 111arxista italiano rigido e conseguente, Antonio Labriola nella sua corrispondenza con Engels, non risparn1iò free. cie ai suoi camerati del partito che egli ·aècusava di non· saper penetrare nello spirito della dottrina : ciò che non doveva impedirgli poi d-i pren~er posto di fianco ai pr~cursori dell'espansione coloniale italiana, trasferendo su piano nazionàle l'~nteresse che clurante 73 · Biblioteca·Gino Bianco
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