ria perfetta in tùtti i dettagli. Senza dubbio c1era un nocciolo fondamentale che nessuno si curava di fis~ sare chìaramente; ma pote'vano derivarne conclusioni pratiche_ discordanti, che non impegnavano per nulla i principt. In nome di 1\1 arx si eFa predicato alle mas~ se la rivoluzione {a bre,·e scadenza, l'intransigenza, la sfiducia nelle armi legali e nelle· riforme; ormai ·si . andava a predicare in nome di 1\/Iarx~di un 1/farx riveduto e cÒrrétto e reso savio, il graduaHsmo, la'fede nelle istituzioni democratiche e nelle riforme. L'importante - era" sempre di affermarsi derivati da Marx, di salvare la tradizione, di evitare che gli estremisti potessero monopolizzare· il suo n_orne·, di dimostrare che non vi era nulla di cambiato, che se a volte si sacrificava Ja lettera, era per salvaguardare meglio -Jo spirito immortale. Fu una conciliazione .(tra teoria e realtà e tra revisionisti e ortodossi) del tutto esteriore, apparente, in v funzione di contingenze~ e di tendenze. Non fu la· risoluzione di una crisi che a,,rebbe dovuto svilupparst subito e sopratuno all'interno delle coscienze. Si c1pri- ,-a- la strada della minor resistenza, la strada equivoca degli adattamenti e della cas1stica. La disputa si fa~ ceva scolastica scontentando ed allontanando i miglio~ ri, falsando l'educazione o piuttosto non più educando le masse e ritardando per fro.ppi anni la chiarificazione ideologica che è oggi la condizione « sine qua non » per una ripresa vigorqsa dtl socialismo. 63 I BibliotecaGino Bianco
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