Carlo Rosselli - Socialismo liberale

• terribilmente conservatori sul piano dell '-ideologia e della cultura. Ma per la più gran partè - almeno per l'Italia - .ciò deriva da un attaccamento feticista alle, posizioni del materialis1no positivista dalle quali si rifaceva la elite socialista trenf anni Ja. Questa. elite . ha se1npre combattuto con ·violenza estrema ogni dc-- viazione da un socialismo ·ateo, materialista e positivista. Essa ha trattato -col tern1ine sprezzante di borghese ogni corrente di giovani che non si applicasse al modello abituale. In verità c'era nel suo odio contro ogni novità una incomprensione considerevole ma anche una certa dose di presunzione. P1 erchè bisogna pur dire che essa non aveva rinnovato per nulla, al tempo della sua formazione, le posizioni cuìturali delra borghesia, tutta dominata da pontefici del positivis1no; n~n solo ma essa le aveva addirittura abbrac- · ciate con entusiasmo, seguendo a diversi lustri di distanza. l'ese1npio stesso de}le ex correnti democrati-- che borghesi, di quelle correnti che sospirava di soppiantarè sul terreno politico. Essa non doveva dunque meravigliarsi che i nuovi strati di giovani socialisti perseguiss~ro la lor·o evoluzione conformemente ai tempi. Invece no. L'elite socialista trasportò sul' piano culturale il medesimo atteggiamento dogmatico che aveva portato nella politica. Non pretendeva essa di . aver raggiunto in filosofia la verità: ·assoluta, definitiva, senza possibilità di ritorno e di contr_addizione? La dialettica. tanto celebrata nel mondo sociale, la si negò nel campo delle idee dove si introdusse u11a'forma meccanica. Il socialista doveva essere, non poteva essere che positivista; l'idealismo e lQ spiritualismo erano per le generazioni « borghesi' ». ·, Ebbene, bisogna che i socialisti arrivino a· questa . 191 BibliotecaGinoBianco •

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