Carlo Rosselli - Socialismo liberale

' f I I J ( i è bene parlare sempre chiaro, a rischio di apparire semplicisti. Che si smetta pure di atteggiarsi ad eterni scettici, di credere che la legge della violenza e del sangue debba regnare per sempre in mezzo agli uomini di una medesima terra. A questi professionisri di scetticismo si potrebbé ricordare che fino alla guerra di successione americana i sociologi, gli economisti, i religiosi, si 6ano sforzati di provare l'impossibilità di abolire la schiavitù nel mondo. Tuttavia l'umanità può oggi constatare questa grande vittoria: l' aoolizione della schiavitù E lo stesso raczi_onametÌto vale . . '-;, nel campo della tolleranza reli"giosa, che nessuno avrebbe osato sperare prima del XVII secolo. D'allora è sopravvenuto un fatto nuov:o a cancellare le ultime tergiversazioni e il machiavellismo dei· teorici. La forza delle circostanze e il bisogno che essi avevano di difende_re il patrimonio delle masse organizzate, ha costretto i socialisti ad essere in Eu,ropa i difensori_ deL le ìstituzioni de1nocratiche: I socialisti ben compresero che se non avessero svolto questa funzione di protettori avrebbero finito per essere sostituiti da altre correnti verso le ·quali le forze sindacali e cooperative si sarebbero fatalmente dirette. D0'altra parte essi hanno potuto rendersi conto che era ben lungi dall'es·sere giunto il momento di s~dar~ la borghesia sul campo della _forza. Era meglio dunque reclamare quei diritti che il liberalismo borghesè riconosce alle minoranze. Ma il maggiore insegnamento i socialisti 1' hanno avuto dall'esperienza comunista. La nascita allà loro ala sinistra di un movimento che in nome della dittatura ·rifiuta qualsiasi diritto di espressione alle forze 'Jt- ~ocialiste, e le persecuzioni subite dai socialisti in Rtissia, ha loro nettamente provato i 1 va·lore essenziale e BibliotecaGinoBianco

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