La quistione romana nell'Assemblea francese

7 2 LA QUISTIONE ROMA NA UNA vocE a sinistra. E voi altri vorreste farne la metropoli dei Gesuiti! M. THUBIOT. Or chi saria stato il Pontefice di questa nuova religione? Io non saprei dirlo. UNA vocE a sinistra. Sareste voi. UNA vocE a diritta. Che ridicola interruzione! IL PnEsm. Ma codesta l'è una scempiezza! M. THuniOT. Sarebbe stato piuttosto M. Considérant, cui M. Proudhon appella un' otre gonfia di vento. (Si ride.) Checchè sia di codesto, il socialismo avea fantasticato d'impadronirsi di Roma; ora il socialismo non ha per anche detta l'ultima sua parola... UNA vocE a sinistra. E il gesuitismo molto meno. M. THUBIOT. Il socialismo, che non vuoi dirla quella parola per tenersi coperto, che si stizza quando gli si domanda, e che nondimeno avrebbe dovuto dirla per prima ai popoli, sulle i~tituzioni e le credenze dei quali volea portar la mano ; il socialismo , dico, che balbetta confuso, si contraddice, non sostiene un istante il paragone cogli sforzi della carità cristiana... (A sinistra. Oh! oh! oh!) UNA vocE a diritta. L'è troppo vero! Seguitate. M. THuBIOT.... il socialismo di cui M. de Mortemart vi delineò un nobile quadro da questa tribuna; che nel quartodecimo secolo preludeva in Roma col suo Rienzi alle scene del quarantotto; che desolava Firenze; che devastava l'Inghilterra sotto la condotta di Walt Teyler e trucidava i Francesi sotto il nome di jacquerie; che dopo il sestodecimo secolo da Giovanni di Leyde, e dalle sue orgie fino alle nefaste nostre giornate di giugno , passò per Babeuf e per le criminose sue trame ; il socialismo , le cui vestigia si potrebbero segnalar nella istoria nel sé-

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