La quistione romana nell'Assemblea francese

NELL' ASSEMBLEA FRANCESE. 129 scello da guerra, affine di mantenervi una cotal discipliua incompatibile colla stampa libera. Ma noi, ci si vien dicendo, noi non dimandiamo nulla di tutto questo , noi non dimandiamo che una sola cosa che pure è menzionata in un dispaccio del governo , e questa è il suffragio deliberativo in fatto d'imposte e di balzelli che dovrebbe accordarsi alla Consulta costituita pel Motu proprio. Or bene, signori, io intendo benissimo che il governo abbia richiesta una tale condizione , ma approvo non meno che esso non abbiane fatto l' oggetto di un ultimatum. Una tale cosuccia, piccolissima in apparenza è nella realtà rilevante quanto la somma stessa di uno Stato. Essa acclude tutti i principii della sovranità parlamentare, stantecchè il conferire il suffragio deliberativo in fatto d' imposte ad un' Assemblea , è il medesimo che conferirle una parte grandissima di sovranità; nè altrimenti che per questa via i parlamenti in Francia ed in Inghilterra son divenuti sovrani. In fatti leggete l' istoria dell' Inghilterra, e vi troverete che la Camera dei Comuni giunse successivamente a dominare quella dci Pari e la Corona, non valendosi di altra arme che del voto pei sussidii onde è investita, e della facolta sovrana di rifiutare il boudget. Quanto alla Francia, credete voi che allorquando Luigi XVIII donava la Carta del 1814, avea iu animo di creare la sovranità parlamentare? io non ne so nulla; ma noi potrei supporre. Come dunque fu egli condotto a riconoscere una tale sovranità? appunto dallo avere tra le altre cose accordato nella sua Carta qnel volo sovrano sulle imposte , e quella potenza deliberativa in materie di finanze, che si vorrebbe oggi ottenere per la Consulta di Roma. Sì ! non per altro che per questo ! Le

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