kOM,1 192< - SQUADRISTI FASCISTI IN PIAZL~ COLONNA DOPO L'ASSALTO ALLA R•OAt,ONl Oc • IL MONDO,. romana della Presidenza. Fu quest'ultima, infatti, a finirlo. Il suo ultimo discorso alla Camera, pronunciato il 30 maggio 1924, fu una dura requisitoria contro le sanguinose violenze che avevano caratterizzato le elezioni preparate dal governo. Una reale minaccia incombeva. Il 6 giugno 1924, Mussolini rivolto alle sinistre minacciò : • Voi dovreste ricevere una carica di piombo sulla schiena ..... noi siamo ancora in in tempo e ve lo proveremo più presto di quello che non pensiate •. Il 3 giugno il • Popolo d'Italia • scrisse : • Mussolini ha trovato fin troppo longanime la condotta della maggioranza, perché l'on. Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualche cosa di più tangibile che l'epiteto di • nasnada • lanoiato dall'on. Giunta •. Le elezioni politiche del 1924 si erano svolte sotto il segno della violenza : giornali delle opposizioni devastati; irruzione all'ufficio confederale a Tor,ino e bastonatura dei sindacalisti fra i quali Buozzi; Picci nini; candidato massimalista di Reggio Emilia, assassinato. Mussolini poté ànnunciare al Gran Consiglio che • La prima parte del nostro piano strategico è pienamente riuscito : le opposizioni sono frantumate •. Nel suo discorso del 30 maggio, Matteotti - continuamente interrotto da grida, proteste, rumori e invettive - denunciò implacabilBibiiotecaGino Bianco mente una lunga serie di violenze, l'immoralità della Legge elettorale Acerbo, sostenendo che il popolo •italiano era stato impedito di esprimere la propria volontà e, concluse, proponendo che fosse sospesa ogni decisione sulla convalida dei deputati del listone. Tale proposta scatenò l'ira ed il furore dei fascisti. Mussolini in persona imprecò contro il temerario oratore, chiedendo che glielo togliessero di mezzo. Dieci giorni dopo il 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti venne rapito ed ucciso. Le responsabilità di Mussolini per questo delitto sono storicamente fuori discussione. Piero Gobetti osservò che l'assassino di Matteotti doveva far parte di un piano raffinato che veniva certo dall'alto. Il gregario furioso, il fascista esaltato avrebbe potuto - scrisse Gobetti - colpire Turati, Maffi, Lazzari; ma ci voleva un'intelligenza fredda e calcolatrice per scoprire l'avversario vero in Matteott-i, l'oppositore più ·intelligente e più irriducibile. Da allora il nome di Giacomo Matteotti assurse a simbolo, nacque cosi l'etica dell'antifascismo che si identificò con la religione della libertà. Carlo Rosselli scrisse che il sacrHicio di Giacomo Matteotti • ha indicato all'antifascismo quali debbono essere le sue preoccupazioni costanti e supreme : il carattere; l'antiretorica; l'azione •. G. M.
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