Dopo tre anni da che lo avevano bandito dalla sua terra, Matteotti ritornò nel suo Polesine. L'indignazione per questo delitto varco i confini dell'Italia ed ebbe ripercussioni in tutto il mondo. Filippo Turati nel 1929, in esilio, scrisse che di Matteotti si continuerà a parlarne • perché quella di Fratta Polesine non è la tombi) di • un uomo •. Quell'uomo è sintesi e simbolo. Sono migliaia di assassinati nel corpo, milioni di assassinati nell'anima. In quelle due spanne di terra è sepolta non solo l'Italia, non solo il presente, ma l'umanità, la civiltà, l'avvenire. Chi lo dimentica tradisce il domani. Ne parleremo fino al giorno della riscossa, ed anche più in- là, perché il monito serva ai figli, ed ai figli dei figli. Finché l'Italia risorta, nella umanità liberata, sia Egli pure, Matteotti, liberato e risorto •. AGOSTO 1924 Biblioteca Gino Bianco
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