Partito socialista italiano - Quel 10 giugno 1924

ROMA - LUNGOTEVERE ARNALOO DA BRESCIA, OOVE AVVENNE IL SEQUESTRO DELL'ON. MATTEOTTI, LA CROCE INDICA IL PUNTO OOVE IL DEPUTATO VENNE AGGREDITO Quando Matteotti vide i quattro ceffi un'altra era rimasto al volante dell'auto) non ebbe dubbi sulle loro intenzioni. Traversò il Lungotevere in diagonale cercando di guadagnare la spalletta del fiume, in modo da gettarsi nel Te- '· vere (egl-i era un buon nuotatore) attraversarlo a nuoto e sfuggire all'agguato. Ma i quattro riuscirono ad impedirglielo. Matteotti lottò solo contro quattro. Egli si difese, reagì, ma un forte colpo lo stordì. Così venne caricato nell'auto. I cinque assassini erano tutti squadristi, tutti coperti di •gloria• di imprese del genere e di reati comuni. Questi i loro nomi : Amerigo Dumini (il capo-banda); Amleto Poveromo; Albino Volpi; Giuseppe Viola e Augusto Malacria. La macchina, una Limousine Lancia a sei posti, era stata noleggiata al garage • Trevi • da Filippo FilippelM, il direttore fascista del • Corriere Italiano•. La grossa vettura partì velocissima verso Ponte Milvio. Dumini che guidava, suonò spesso il clacson per soffocare le grida. Matteotti, ripresosi, tornò a lottare. Ruppe un vetro del finestrino con un calcio e riuscì a gettar fuori la sua tessera di deputato, affinché qualcuno potesse ritrovarla - come accadde - e dare l'allarme. Da una settimana circa la macchina si aggirava nei parag!Ji per preparare il delitto e il suo numero, 55-12169, venne annotato da un p·ortiere di uno-stabile della vicina via Stanislao Mancini insospettitosi dell'atteggiamento dei cinque. Biblioteca Gino Bianco

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