Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

per l'amicizia verso l'Inghilterra: infida Albione! Ma in politica - ~gli ama dire - in politica non si fa mai più di una cosa per volta: e la cosa che egli intende fare è di mandar via gli austriaci dall'Italia; per l'Inghòerra ... verrà il tempo, avrà pensato. ·· Napoleone III frattanto stupisce dinanzi al genio di Cavour, e, lieto di averlo vicino, pur. ne diffida per il futuro: il sospetto.è l'arma dei deboli, la caffettiera in cui gorgoglia la virtù secondaria dei furbi. « Dommage - osserva qualcuno - que Monsieur de Cavour n'ait pas un plus grand État à gouverner! >>. (Il che, sino all'Impero, è stato detto anche di Mussolini nei riguardi dell'Italia, con una incomprensione assoluta della meccanica dell'eroe, perchè Mussolini non può essere che italiano - universale come ogni eroe - ma italiano d'ispirazione e di fegato). Però Napoleone III risponde: « La tache de /aire un grand État est beaucoup plus difficile que celle de gouverner un grand État »: giusto! Tuttavia, quando Napoleone s'accorge che Cavour è giunto alla vigilia del grande Stato, dà corpo al sospetto e al tradimento, stanco d'avere osato, esaurito dallo sforzo di tentare le soglie della storia, richiamato in quella neghittosità nativa del suo temperamento che rifugge dalle alte temperature e ha paura di non aver paura: r r luglio '59. Villafranca. Napoleone III si nutrisce d'inerzia; solo Cavour è riuscito a risvegliarne ·i miti della giovinezza e le albagie del nome, ma con quale grande fatica! È per Napoleone, crogiolante nelle giornate vuote, e .felice d'ogni rin';io, che Cavour scrive quel paradosso in .dove - come in ogni paradosso - è l'esasperazione d'una verità: « Quando voglio che una cosa sia fatta presto, mi rivolgo a coloro che sono molto occupati: i disoccupati non hanno mai tempo di fare». Cavòur, tradito a mezza strada dalla Francia e osteggiato sempre dall'Inghilterra, ha il suo destino: Roma. Dice « Roma » con un sospiro. Dice: « _La questione della capitale non si scioglie per ragioni di clima, nè di topografia, neanche di strategia. · Solo le grandi ragioni storiche ed ideali determinano la scelta della capitale ». . Cosi l'~talia giunge a Roma, da sola, come vedremo; e da s9la riprende il cammino. A voler ricordare qualcosa, Biblioteca Gino -81anco

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