Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

zepparla di bugiòie compromessi bisettrici e spirali artificiose; bisogna svuotarla di idee, perchè, con palle nere e bianche, il pensiero è pericoloso o, almeno, superfluo: il pensiero è irto, crea nemici; e il vuoto è acc_omodante, prende come l'acqua la forma del recipiente. Cavour non ha principii fissi ai quali cccondizionarsi»; ha un solo fine: l'Italia: tutto altro è secondario, e tutto gli è mezzo, il Parlamento compreso: l'ingegno fiammeo, la logica bizantina, l'audacia del giocatore intrepido, la previsione storica dell'avvenimento, tutto è al servizio del S\JO compito immane. Anche gli avversari piegano dinanzi alle tappe che l'idea raggiunge; e, al solito, si riducono in quell'estrema ridotta della critica su gli uomini di contorno. Conosciamo bene quest'accusa: dal tempo di Cesare in poi .si ripete sempre, con gola piena come quella del tenore, che Cesare, sì, è Cesare... ma perchè Cesare sceglie i luogotenenti che poi lo tradiranno per Pompeo? E la critica giunge a trascurare l'opera del traditore per impostare il processo al tradito che si affida: oh gran peccato! Cesare conoscerebbe l'umanità e non conoscerebbe gli uomini ... Questa rampogna ha il sottinteso d'un'a:utocandidatura, perchè si sceglie sempre male quando non siamo. scelti noi stessi: e infine il suo ritorno costante, aggrappato a mordicchiare gli stinchi d'ogni eroe, ne dimostra la fallacia e l'inconsistenza. Anche di Cavour, un contemporaneo, deputato eppur mordace vivace e frizzante, il Petruccelli della Gattina, dice che « il signor di. Cavour ha sovente la mano infelice nella scelia degli uomini, come dimostra la serie·ai agenti eh'egli ha spedito nell'Italia meridionale, il signor Nigra· compreso ed il Principe di Carignano. Il signor di Cavour si sente al disopra del dettaglio, il quale è nondimeno importante nell'amministrazione, ed è questo il lato vulnerabile della sua politica; perchè, negli affari stranieri, alcuno non contesta la sua superiorità. Evvi ancora un altro punto che urta talvolta nella condotta del signor di Cavour: egli stima poco la gente, forse punto, ed ha il torto di farglielo sentire. Ei non tollera eguali, non essendò abituato ad incontrarne molti. Tutti che l'avviéinano devono rassegnarsi a vedersi manipolati. Il 8r G L<;;\.,d Gino Bianco

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