interesse della congrega nè confuso dall'identità di casta o categoria: il contadino semplice e l'avvocato ipercritico, la dama e la donnetta, lo scienziato e l'artigiano, chi fa le distinzioni per troppo digrumare e chi crede per_febbre dì natura, chi lavora sul sottile e chi vive a precipizio: ma è un popolo tutto saldo e testardo nel guardar mete lontane, agri~ coltore e guerriero, abituato alle tòrride atmosfere delle passioni tenaci, mediterraneo ariano e imperiale: un popolo che Li in un giorno. quello che faceva prima in un anno e che gli altri fanno oggi in un semestre; un popolo che non ha più incognite per il suo Capo verso il quale è collaudato da un ventennio di prove, ricchissimo di duri eventi e splendenti; nulla è nuovo, non il combattere nè il vincere,_non il donare nè il domare, non l'ambire nè il patire; la storia ~ divenuta fami- . liare; si riprende il discorso lasciato da Augusto. Può darsi che, in epoche di grandezza, Roma abbia echeggiato di questi dialoghi fra la piazza e i Rostri; ma alla piazza mancava Mario se parlava Silla, mancava Catone se parlava Pompeo, mancava Catilina se parlava Cicerone; Roma ebbe quasi sempre una riserva ingiusta da opporre al trionfatore; bisogna giungere a Cesare reduce da Tapso perchè Roma concorde innalzi allo sgominatore degli ultimi pompeiani la statua nel tempio di Quirino: « Al Dio invincibile >(· Dopo Roma, non pare che esistano testimonianze d'una consuetudine di eloquenza tra foll;i ed arengario : dopo Roma l'umanità s'impoverisce, gli uomini si fanno più minuti e correnti, la virtù decade e anche il vizio perde di grandioso terrore; sorge una lunga notte di secoli in cui solo il baleno di alcune epoche lampeggia nell'alterno ridestarsi· della vita èroica. Forse, capitani di statura, cannonieri come Bartolomeo Colleoni o cavalieri come Giovanni Medici, dall'affusto a quattro ruote o con le luttuose insegne delle Bande, hanno parlato alla folla, e la folla ha interloquito nel discorso tramutatosi in dialogò. Al secolo XIX, floridamente regnando il liberalismo plutocratico, il dialogo è costituito dalla scheda e il pòdio dall'urna; il libero elettore va vendicchiandosi a cinque lire il voto (tempi di carestia!); tra corpo eiettatale,· evoluto e a,sciente, e l'eletto aç alte impiesucce parlamentarì stanno Je·casematte ·del seggio, del ballottaggio; della bigoncia, del . . . \ 799 BibliotecaGino Bianco
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