mìco significa estasiarsi alle facoltà secondarie perchè più appariscenti, sovrapporre il metodo alla scienza, elevare il quotidiano a valore immanente: non si potrà dire, senza bestemmia, che Cristo sia stato manesco sol perchè distribuì legnate ai mercanti profanatori. Mussolini non solo non si compiace della polemica, ma deve sentire il fastidio oceanico se si ritrovi forzato all'indugio del discettare, fra scaltrezze curiali e accorgimenti da ràbuli, che in definitiva sono i capisaldi della polemica elevata a dottrina. Polemizzare in certo senso vuol dire eguagìiarsi, concedere di sè all'avversario, consentire la soppressione provvisoria della gerarchia : lo scolaro irriverente, che nell'ora di ricreazione va trònfio a sedere sulla cattedra, fa la polemica col professore. Mussolini ama la lotta, non la polemica, il che ha un significato, perchè la lotta comincia dove la polemica finisce e viceversa : il pugilato non è p,olemica, la trincea non è polemica, e non è polemica la difesa <lella razza o l'autarchia economica: in nessuna pagina polemica troveranno posto le fatiche di Ercole. Mussolini taglia, e, se necessario, taglia profondo; ma nessuno vorrà sta- - bilire una situazione polemica tra il bisturi e il fibroma. Or ci si renderà ragione perchè, anche all'epoca delle opposizioni, il Duce - se appena può - èvita di scivolare nel dialogo fegatoso con chi interrompe il suo discorso. Egli non devia la sua eloquenza per l'interruzione appostata, non ingorga le acque per una frase che gli si bùtti d'improvviso, non cede della propria prestanza a chi gli si mette tra le gambe per farlo _fermare. Gli basta la botta assestata nelle reni dell'imprudente, precisa; e talvolta lo fa sottovoce, con tutta grazia, come - nella Corte di Bisanzio - si presentava il laccio di seta sul vassoio a colui che doveva con le sue stesse mani strangolarsi. Nel primo discorso alla Carnera, dal banco di deputato (giugno 21 del '21 ), egli pronuncia la requisitoria storica contro l'estrema sinistra: « Le filosofie neospiritualistiche - ammonisce - con quel loro ondeggiare contùiuo fra la metafisica e la lirica, sono pericolosissime per i piccoli cervelli. Le filosofie neospiritualistiche sono come le ostriche: gustosissime al palato... ma bisogna digerirle! Cotesti miei amici o nemici ... ». Qui, voci dell'estrema sinistra, tutte orgogliose 79° BibliotecaGino Bianco
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