Titta Madia - Storia terribile del Parlamento italiano

l buna, dopo ~iversi esperimenti, è stata piazzata alla destra del Presidente; l'oratore ha di fronte l'assemblea e, di contro, l'umore dell'a~semblea. Ancora alcuno pensa che il tributo maggiore e migliore :all'eloquenza parlamentare sia dato dagli avvocati: non è così. Avvocati insigni - da Rubichi a Vecchini - furono alla Camera silenziosi: altri, come Edoardo Salerno, pur facondi nell'arri_ngo penale, trovarono in parlamento maggiore soglio, nel senso ·che non si preclusero argomento alcuno e di tutto parlarono con connaturata facilità, senza patire. Un esempio della parola smagliante è Innocenzo Cappa, oratore di vertici, il quale.mostra di credere che la virtù dell'eloquenza non sia un privilegio nè una condanna, ma un pericolo: « Gli uomini ci obbligano a parlare e poi ci fanno colpa di parlare troppo, e non si può sempre parlare per tutti ». Egli, innamorato della sua arte, ne rivendica l'essenzialità: non si può vivere come un sordomuto; forse la tragedia di Abele e di Caino nasce dal silenzio, poi che, con tanta terra intorno a ·quella sola famiglia, uccidere non è necessario; ma Abele tace per amore e· Caino per invidia. Cappa vi confida una parte della tàttica: bisogna improvvisare o meditare il_discorso? « lo - risponde - che purtroppo credo di essere stato .uno dei non molti improvvisatori veri della mia generazione ( e non me ne vanto), dovrò pure confessarvi - prima che ciò sia detto da voi - che nella_eloquenza, come in ogni arte, chi è costretto a improvvisare vale meno di chi non improvvisa». «Dovere degli oratori solenni - soggiunge - diritto forse dei conferenzieri il prepararsi; facoltà il leggere i loro discorsi, purchè sappiano leggerli bene. Un lettore dal fascino irresistibile fu Giuseppe Giacosa ». (A proposito di Giacosa, il Cappa ne ricorda uri rimpròvero, decisamente ricco d'umanità, allorchè l'oratdre si mostrava inflessibile ver50 un collega vecchio e il Giacosa lo ammoniva esser sempre necessario, prima di decidere la-,condanna di un uomo più anziano di noi, il chiedersi se arriveremo a quell'età senza esser caduti in quegli errori). Ma, improvvisando o meditando, l'eloqu~nza non può trascurare la bellezza della fantasia, la tentazione dell'indagine, il richiamo ·dei misteri: l'oratore· ricorda Mistral che, fanciullo, voleva guardare in 775 Biblioteca Gino Bi.anca

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