le; ognuno ha persino la vanità della propria fatica; tutti sentono che la nobiltà del lavoro non è più solo il precetto scolastico d'un galateo da istitutrici, ma una realtà operante nella gerarchia sociale. · E non solamente il lavoro intellettùale; anche quello dei calli alle palme. L'antichità aveva dei pregiudizi contr9 il lavoro manuale; icasticamente Jules Payot nota come per Seneca e Socrate l'invenzione del martello e delle tenaglie sia stata una profanazione. dell'intelligenza; la vera occupazione d'un filosofo era quella di declamare: Roma ha trecentoventimila artigiani liberi, ch'è un bel numero, ma Cicerone mai ne parla, mai una parola; Roma ha duecentottantamila schiavi, Cicerone ne parla solo talvolta, e solo perchè lo schiavo vive così vicino che lo si ritrova nei dì fasti e nefasti del padrone. Oggi, le Corporazioni fasciste sono tutte sullo stesso piano, il lavoro è come il sangue che non cambia colore irrorando il crasso o le meningi; ha un'espressione indivisa di utilità sociale, ch'è la produzione, i cui obbiettivi - paragrafo 2° della Carta - « sono unitari e si riassumono nel benessere dei sin.- go/i e nello sviluppo della potenza nazionale>>. Questa legge del lavoro persegue « una più alta giustizia sociale:»; ma non è a creder<;che per ciò soffra di stasi la pedagogia nazionale del Fascismo, la quale intende rieducare all'amore del patire e dell'offrire. Mussolini .non muta linguaggio: « Le diverse categorie di produttori riconosceranno le gerarchie del più alto dovere e della più dura responsabilità»: Si tratta. sempre del capovolto concetto dell'« utile», ovverosia dell'economia riportata nel cerchio della morale, sì.che persino l'ebreo on. Arias insegnava, nel suo corso universitario, che «. il carattere della scienza a:onomica dev'essere qr,tellodi una scienza ètica, vale a dire di una scienza che guida la volontà in contrapposto alla logica che guida l'intelletto ». Tutto parte da questo legame che il cittadino sente verso lo Stato, e a questo legame giunge. La nazione non è un concetto d'accademia; è un plesso vivo e sanguigno, con processi d'.òsmosi e d'endòsmosi fra l'uno e i tutti: non esiste più un utile proprio che non trovi· parentele nell'utile collettivo. Si vede il miracolo, quando, anche 'nei sentimenti più individuali, BibliotecaGino Bianco
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